La sua vicenda sconvolse l’Italia intera, perché fece da eco alla disperazione di molti correntisti, tanto che sua moglie, poco dopo la tragedia, venne ricevuta in udienza anche da Papa Francesco. Il suicidio di Luigino D’Angelo resta un capitolo aperto del caso Banca Etruria, arrivato al gesto estremo dopo aver perso tutti i risparmi. «Oggi la sua morte urla ancora vendetta», dice l’associazione Vittime del Salva Banche, pronta a partecipare alla commemorazione del pensionato in programma per sabato.

Risparmi spariti Nella notte anche l’insegna della filiale di Banca Etruria, a Civitavecchia è stata rimossa. Adesso anche qui appare il nome di Ubi. «Ma per dimenticare non basta sostituire un’insegna, non quando all’interno di quella filiale un uomo ha preso la decisione di morire – dicono dall’associazione – Luigino d’Angelo, 68 anni, ex dipendente dell’Enel, una vita intera di lavoro, da poco in pensione. Dopo il suo azzeramento, per una settimana intera, si presenta ogni mattina in quella banca dove aveva riposto tutto quello che aveva. In piedi, aspettando invano di parlare con qualcuno, e da lì non si muoveva. 110 mila euro, risparmi di una vita di lavoratore e parte della liquidazione che Luigino aveva affidato alla sua banca di fiducia firmando un carteggio di 60 fogli. Luigino era stato consigliato da un impiegato, l’ultimo della catena truffaldina, che aveva ricevuto l’ordine di convincere più clienti possibili ad acquistare i prodotti della banca, tutto questo per dare ancora al cda di Arezzo la possibilità di continuare ad amministrare quei soldi come se fossero i propri, allontanando in questo modo i commissari».

Due anni fa, il 28 novembre, la morte Sabato prossimo alcuni amici di Lidia, la donna esile e dallo sguardo triste che ha condiviso con lui tutta la vita, hanno deciso di commemorarlo. «Quando ho sentito la voce di Lidia ammetto di essermi emozionata e commossa al tempo stesso – dice Letizia Giorgianni dell’associazione – Mi ha invitata alla commemorazione e potrò conoscere una donna piena di dignità, esile e dallo sguardo triste, che ha sempre glissato interviste e dichiarazioni, a parte lo stretto necessario».