L’informativa del 17 novembre del Cda di ChiantiBanca, predisposta in vista dell’assemblea del 10 dicembre, «contiene affermazioni false e tendenziose»: è quanto afferma in una nota l’associazione «Per una banca in terra toscana», che riunisce un gruppo di soci dell’istituto favorevoli all’adesione al gruppo cooperativo Ccb, come prospettato dalle delibere votate in assemblea ai tempi della presidenza di Lorenzo Bini Smaghi, anziché al gruppo Iccrea come proposto dal nuovo Cda della Bcc chiantigiana.

L’associazione sostiene che «la delibera di adesione al gruppo Ccb, assunta nel dicembre 2016, non può essere revocata», e che la votazione dell’assemblea del 14 maggio 2017 è stata regolare, esprimendo dubbi sulla maggior solidità di Iccrea rispetto a Ccb: «In termini relativi – si legge in una nota – i dati, anche quelli forniti nel documento (12 miliardi di patrimonio per 148 miliardi di attivi, ossia un rapporto patrimoniale pari all’8% per Iccrea contro 7 miliardi per Ccb a fronte di 77 di attivi, pari a un rapporto del 9%), tutti i dati, sul patrimonio, le sofferenze, le coperture, mostrano che Ccb è più solida di Iccrea».