«Questi studenti hanno dimostrato che non sono abituati ad alzarsi presto. Sono quattro gatti per cui forse non sono abituati a studiare e neanche a lavorare. Fanno fatica ad alzarsi un po’ presto, forse sono abituati a dormire molto e non frequentare le lezioni e l’università». Così Daniela Santanchè che questa mattina è stata contestata da una cinquantina di studenti dei Collettivi di sinistra, che hanno inscenato una manifestazione di protesta, con tanto di esposizione di striscioni e slogan contro la deputata di Forza Italia, ‘rea’ di essere stata invitata ad un dibattito in corso di svolgimento all’Università di Firenze, sullo Ius soli, che vede fra i protagonisti anche l’onorevole del Pd, David Ermini.

Questione di divisioni «Sono contenta che non siano riusciti ad alzarsi – ha aggiunto Daniela Santanchè parlando ancora di chi l’ha contestata-. Credo che si debba combattere per la libertà di ciascuno e per la libertà di esprimere la libertà di opinione. Poi che si possa essere d’accordo o meno mi sembra giusto anche perché io sono fortemente contraria al pensiero unico. Nel paese c’è questa divisione ma grazie a Dio che c’è la divisione tra centrosinistra e centrodestra. Siamo due cose completamente diverse, con visioni completamente diverse, ed è giusto che sia così e d è bene che ci confrontiamo ognuno rimanendo sulle sue posizioni». E a chi gli ha chiesto se sia preoccupata del clima diviso nel Paese che sta scatenando diverse forme di protesta, Daniela Santanchè ha aggiunto: «Non sono preoccupata e non sono per il pensiero unico, se manifestano nella maniera giusta è assolutamente lecito però lo dico anche da mamma, andate a lavorare e a studiare che fate meglio».

No ius soli Ma se il Governo ponesse la fiducia per far approvare la legge sullo Ius soli? «Sarebbe un atto di forza e sarebbe lesionista nei confronti del centrosinistra perché se l’80% degli italiani sono contrari, mi farei una semplice domanda: forse è scritta male, forse non è calibrata nella maniera giusta, forse perché in Italia esiste già una legge che ha consentito all’Italia di essere il paese che in Europa ha dato più cittadinanze, ovvero 200 mila – ha risposto Daniela Santanchè -. La cittadinanza non è il premio del ritiro della bambolina, è una cosa seria, un orgoglio di appartenenza. E quindi per tutto questo ci vuole un percorso, non è un arrivo ma la conclusione di un percorso. Non si può far finta che c’è una categoria, che è quella degli islamici, che desta molte preoccupazioni nel nostro paese. Mi rifaccio alle parole del cardinal Biffi che diceva che l’immigrazione deve essere quella compatibile. Come faccio a confrontarmi con chi non ha rispetto delle donne, che decide con chi devono sposarsi, vestirsi, che non possono frequentare i nostri figli, leggere i nostri giornali – ha concluso l’onorevole Santanchè -. La legge che loro hanno in testa è molto individuale mentre dobbiamo vederla in maniera più ampia. La cittadinanza è un percorso serio e non lo si può svendere così perché magari si pensa che arrivi qualche voto in più».