Un giglio davanti al portone chiuso della basilica e un cartello affisso con un messaggio in italiano e in inglese: «complesso di Santa Croce chiuso per lutto». Si presenta così da stamani il complesso monumentale, uno dei grandi patrimoni della storia dell’arte mondiale dove ieri è avvenuto l’incidente che ha ucciso un turista. Intanto, gruppi di visitatori, incuriositi, si avvicinano al portone per leggere e molti si chiedono quando riaprirà i battenti l’antico portone.

Per Firenze è stato un vero e proprio choc quanto accaduto ieri nel pomeriggio all’interno della basiilica, quando un capitello decorativo, grosso una trentina di centimetri, si è staccato dal soffito ed ha copito Daniel Testor Schnell, turista spagnolo di 52 anni, in visita in città con la moglie. Il distacco è avvenuto nei pressi della navata centrale, da una trentina di metri di altezza. L’uomo è deceduto sul colpo, tra gli sguardi spaventati e attoniti dei numerosi visitatori. Sull’episodio la Procura di Firenze ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, al momento senza indagati, e ha posto sotto sequestro l’area della basilica dove si è verificato l’episodio.

«Attoniti per quanto accaduto la Presidente, il Consiglio di amministrazione, la Direzione e tutto lo staff dell’Opera di Santa Croce esprimono il loro più profondo cordoglio ai parenti della vittima», si legge ancora nel cartello. Intanto, c’è chi scatta foto al giglio e al cartello, chi chiede informazioni per capire cosa sia successo, perchè la chiesa sia sbarrata. Come Paul e Joan, turisti inglesi: “What’s happened?’, chiedono aggirandosi un po’ smarriti sul sagrato. “Oh my god”, scuotono la testa, apprendendo della tragedia.

La moglie dell’uomo deceduto è stata immediatamente assistita dal gruppo di psicologia dell’emergenza attivato dal Comune di Firenze grazie ad un protocollo di collaborazione realizzato con l’Ordine degli psicologi della Toscana. Un protocollo unico in Italia che consente di offrire sostegno psicologico ai familiari delle vittime.

Non solo una tragedia e una morte evitabile, ma anche un enorme danno per il turismo italiano e per l’immagine del nostro Paese all’estero. E’ quanto si legge in una nota del Codacons, annunciando che si costituirà parte offesa nell’inchiesta aperta dalla magistratura. «Non si può morire visitando una chiesa storica, peraltro sottoposta a controlli e verifiche costanti, che ogni giorno registra migliaia di presenze – ha spiegato il presidente Carlo Rienzi – E’ un incidente intollerabile sul quale la magistratura dovrà fare piena chiarezza, indagando sul fronte della manutenzione e dei controlli di sicurezza che, a quanto si apprende, erano stati eseguiti solo pochi giorni fa. Vogliamo capire se ci siano stati errori o responsabilità che abbiano contribuito a determinare la morte del turista spagnolo, e in tal senso il Codacons si costituirà parte offesa nell’inchiesta aperta dalla Procura di Firenze, in rappresentanza della collettività».

Considerato inoltre «il gravissimo danno subito dall’immagine dell’Italia all’estero, invitiamo lo Stato Italiano a fare altrettanto, costituendosi nel procedimento e chiedendo un risarcimento nei confronti dei soggetti che saranno ritenuti responsabili dell’accaduto, e a disporre un incremento dei controlli nei siti culturali e nelle chiese storiche più fragili», conclude l’associazione.