«Al dolore del rapimento è subentrata la gioia di questa ‘resurrezione’». Così il Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano come avesse accolto la notizia della liberazione del sacerdote italiano rapito in Nigeria, don Maurizio Pallù. «Ero intervenuto a nome dei Vescovi della Chiesa italiana perché il rapimento era veramente qualche cosa che ci aveva toccato profondamente» ha aggiunto il Cardinale Bassetti a margine del Convegno Pastorale Diocesano in corso a Siena specificando come don Pallù fosse in Nigeria «per amore di Cristo e degli uomini, per portare il Vangelo» e il fatto che «viene anche così barbaramente rapito è qualcosa che tocca profondamente».
Ius soli e diritto di cittadinanza «Gli immigrati vanno accolti, vanno integrati, vanno accompagnati e vanno inseriti anche in quello che è il contesto della nostra cultura e della nostra civiltà». Così il Cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha poi risposto ai giornalisti che gli chiedevano cosa ne pensasse dello ius soli. «Ho sempre detto e lo ripeto che mi piace più parlare di diritto di cittadinanza perché ius soli mi sembra un po’ più parziale come discorso» ha aggiunto il Cardinale Bassetti. «Il fatto della cittadinanza è un qualcosa che non solo ti piomba addosso ma anche te lo conquisti vivendo nell’ethos, nella mentalità e nella cultura di un paese» ha concluso il presidente della Cei.
Un plauso alla Pizzeria del Rifugiato «Mi sembra che sia una cosa buona, che rientra proprio in quello che dice il Papa che l’immigrato va accolto e integrato; quindi metterlo a lavorare in un ristorante è una forma d’integrazione». Così il Cardinale Bassetti ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano come valutasse la notizia che il parroco di Vicofaro (Pistoia) don Massimo Biancalani avesse aperto una pizzeria dove far lavorare alcuni richiedenti asilo ospiti dello stesso parroco. Il Cardinale Bassetti ha poi aggiunto: «E’ di oggi la notizia che abbiamo 5 milioni di immigrati e 5 milioni di migranti quindi alla fine si fa pari; il Papa ci insiste molto: dobbiamo liberarci dalla paura dell’altro e del diverso poi naturalmente si trovano le forme di convivenza».