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L'ex responsabile comunicazione di Banca Mps David Rossi

E’ chiaro. Dell’intero servizio de Le Iene di domenica scorsa, a Siena il can can è tutto sulle allusioni di Pierluigi Piccini ai festini, già peraltro evocati in un intervento di Pier Paolo Fiorenzani in una assemblea Mps. Se quelle cose a cui ha alluso – con la sensazione costante di essere sempre registrato, rivelatasi ovviamente fondata alla fine – Piccini le avesse dette non “fuori onda” ma “in onda” e, ancora meglio, fosse andato dalla magistratura a dirle, prima di essere candidato, il can can e i moralismi avrebbero avuto meno ragione di essere. C’è un tema di attendibilità sulle parole di Piccini, che adesso riguarda lui e la magistratura di Genova, inevitabilmente chiamata in causa dalla Procura di Siena.

Fino al fuori onda Piccini ha espresso le proprie opinioni e ha detto almeno una cosa opportuna: “la città non crede che si sia ucciso”. Ma per me, che stando a Siena, ho lavorato quattro anni sugli atti della morte di David Rossi, è un altro il picco di interesse per la trasmissione de Le Iene: vedere su una rete nazionale, sintetizzati in modo così giornalisticamente efficace da Antonino Monteleone, quegli elementi deboli dell’indagine che io ho evidenziato in quattro anni di lavoro (la puntata del 24 giugno 2017 di “Di Sabato” su Siena TV, ne è un po’ il riassunto; utile anche quella del 15 luglio, successiva all’archiviazione: entrambe sono sul sito di Siena Tv e sulla pagina di Fb “Il caso David Rossi”), è un riscontro importante. 

Le Iene hanno lavorato benissimo, a mio parere. Con i metodi un giornalismo nuovo, che una persona pubblica non può ignorare. E se quei metodi vanno nella direzione di far sapere più cose a chi guarda, rispetto alle modalità “politically correct” di noi giornalisti “antichi”, io dico, ben vengano. Anche i blogger senesi sono apparsi, negli anni passati, delle specie di “Iene”, eppure hanno rivelato tracce di verità sulla “Siena da bere” prima e durante il dominio dei potenti veri, e non dopo. E non è cosa da poco. 

Unica cosa: durante questi quattro anni, io non ho avvertito nei confronti del mio lavoro teso a dimostrare gli elementi che non tornano rispetto al suicidio, le reazioni tipiche di una città “omertosa”, che oltre a non parlare, ha fastidio che si parli. Si, c’è stato chi è andato dall’editore di Siena Tv a dire che “Magrini l’ha presa fitta la storia di Rossi”, ottenendo un bel niente. Altri che mi hanno detto: “guarda che David era tanto nervoso in quei giorni”. Ma sono piccolezze: io invece a Siena ho avvertito molta attenzione nei confronti del mio lavoro e anche incoraggiamento. 

Tanti a Siena, come me, a Bernardo Mingrone che dice a Monteleone: “Non bastano due archiviazioni?” rispondono ancora no.

Giovedì, sulla morte di David Rossi, c’è la presentazione del libro di Davide Vecchi, “Il suicidio imperfetto”, alle 18 a Palazzo Patrizi. E’ l’inchiesta di un giornalista che solo per aver fatto il suo lavoro è sotto processo insieme alla moglie di Rossi, Antonella Tognazzi. Un bel tema per una terza puntata de Le Iene.

Piccola postilla in chiave elettorale: partiti e listoni, candidati e aspiranti tali, non si affannino a rincorrere l’opinione pubblica sulla morte di David Rossi. Gli unici che hanno sempre mostrato attenzione, che hanno fatto interpellanze parlamentari, che si sono “sporcati le mani” con questa tragedia, sono stati i Cinque stelle. E Maurizio Montigiani è sempre stato attivo. Per il resto, un po’ di Facebook con sporadici post, più fitti in caso di trasmissioni nazionali, come ora per “Le Iene”. E un incontro del sindaco con Antonella Tognazzi, rimasto sospeso nel limbo, senza alcun seguito. Eppure Bruno Valentini è dello stesso partito del ministro della giustizia, Andrea Orlando, che tra pochi giorni verrà a Siena per il convegno nazionale dell’Associazione Nazionale Magistrati: potrebbe cogliere l’occasione per chiedergli attenzione sul caso David Rossi, invece delle risposte formali che ha dato alle interrogazioni sulle falle dell’inchiesta.