Un procedimento penale che prevede anche l’arresto fino a 3 mesi o una ammenda fino a 206 euro: questi i provvedimenti che potranno scattare a Firenze a carico dei ‘clienti’ delle prostitute, in base a quanto prevede l’ordinanza firmata nelle scorse ore dal sindaco Dario Nardella. L’ordinanza entrerà in vigore a partire dalla giornata odierna. Con l’ordinanza si istituisce il divieto di chiedere o accettare prestazioni sessuali a pagamento. Non è necessario aspettare la consumazione dell’atto: gli agenti della Polizia Municipale, sia in borghese che in divisa accerteranno se c’è stata una richiesta, un consenso o un accordo su una prestazione sessuale a pagamento. In questo scatterà la denuncia per il cliente sulla base dell”articolo 650 del codice penale per violazione di una ordinanza delle autorità. Non sono previste sanzioni per chi offre la prestazione, a meno che non ricorrano altre violazioni di legge.

Nardella: «Spero Firenze possa essre d’esempio» L’atto firmato dal sindaco, volto a sanzionare chi chiede o accetta prestazioni sessuali e a tutelare le persone che sono o possono essere oggetto di sfruttamento, è stato reso possibile dal decreto Minniti, convertito in legge lo scorso mese di aprile, che per la prima volta consente ai sindaci di emettere un’ordinanza contro coloro che ottengono prestazioni sessuali a pagamento. Sulla base del decreto, il sindaco ha quindi adottato un provvedimento mirato che punta alla riduzione del fenomeno. L’ordinanza sarà in vigore in tutta la città, e non solo lungo le strade in cui è stata rilevata la presenza di persone che esercitano la prostituzione, in modo da evitare che il fenomeno si sposti in altre zone di Firenze. «La nostra società non può rimanere cieca di fronte a un fenomeno così vasto che distrugge la dignità di migliaia di donne ridotte a oggetto spesso in stato di schiavitù e che consente un vergognoso arricchimento della malavita organizzata – ha sottolineato il sindaco Nardella – Spero che Firenze possa essere un buon esempio per tutto il Paese per una battaglia di civiltà prima ancora che di legalità. Grazie al nuovo decreto sulla sicurezza di Minniti, convertito in legge le città hanno uno strumento concreto per contribuire alla lotta contro lo sfruttamento della prostituzione».