Arezzo si è svegliata questa mattina con gli striscioni apposti dalle Vittime del Salvabanche che si stanno preparando ad accogliere il segretario del Pd Matteo Renzi che domenica sarà alla Festa dell’Unità in città per presentare il suo libro. Questa notte striscioni sono stati apposti nei luoghi più simbolici della città: Casa vasari, Piazza Duomo, Provincia di Arezzo, Piazza Grande, Sede centrale di Banca Etruria, Filiale di Banca Etruria di Pescaiola, Casa Energie

«Faccia tosta Renzi fa comprendere sfacciataggine del partito» «Gli striscioni ricordano chi ha deciso riguardo l’azzeramento di tanti risparmiatori. – si legge in una nota dell’Associazione – La faccia tosta con la quale Renzi viene ad Arezzo, alla festa dell’Unità per presentare il suo libro, ci fa comprendere la presunzione e la sfacciataggine di un partito, quello del Pd, lontano ormai anni luce dalla gente e dai loro problemi. Un partito che invece di salvaguardare l’interesse dei più deboli, condividere il disagio sociale, affrontare le diseguaglianze, contribuisce a crearle lui stesso, prestando il fianco ai potenti a scapito delle fasce più deboli. Renzi recentemente alla festa dell’Unità di Bologna, dove rispose nella maniera più arrogante all’ennesima risparmiatrice depredata dal suo decreto, si vantava di non aver nessun rapporto con le Banche (solo due mutui, cit), bene allora si informi meglio (ma noi riteniamo che lo sappia benissimo) su come vengono amministrati certi istituti di credito, prima di prendere misure a loro favore e a discapito di onesti cittadini. Qualche giorno fa Consob ha sanzionato ex amministratori, sindaci e dipendenti di Banca Popolare Etruria per aver venduto obbligazioni nascondendo la corretta raffigurazione della situazione patrimoniale e finanziaria della banca per un totale di 2,76 milioni. Fra i soggetti multati anche Pierluigi Boschi, padre della sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena, ex vicepresidente della popolare salvata dal governo a fine 2015 assieme ad altri tre istituti con un‘operazione costata oltre 5 miliardi di euro. Invece in questi anni nessun ripensamento su quello scellerato decreto, tutt’ora incomprensibile oltre che profondamente ingiusto, che ha contribuito, senza dubbio, ad impoverire un intero Paese» conclude la nota.