Sono le scuole universitarie superiori di Pisa, Sant’Anna e Normale, le uniche università italiane presenti tra le 200 migliori al mondo – rispettivamente 155esima e 184esima – secondo il nuovo ranking diffuso oggi dalla rivista inglese “Times Higher Education” che comprende oltre mille università distribuite in 77 Paesi. Al vertice si conferma l’Università di Oxford mentre quella di Cambridge sale in seconda posizione, in terza posizione il California Institute of Technology, a pari merito con la Stanford University. L’Europa, Regno Unito incluso, continua a mantenere 100 delle 200 “top universities” mondiali, ma le istituzioni asiatiche, quelle cinesi in particolare, guadagnano posizioni rispetto al precedente ranking e vedono ripagati i significativi investimenti in ricerca dei loro governi.

«Risultato che lusinga e spinge a fare ancora meglio» «I risultati della classifica del Times ci lusingano e ci invitano a fare ancora di più e meglio, confermando che per le due scuole universitarie di Pisa esistono margini per migliorare ancora le performance». Sono soddisfatti il rettore del Sant’Anna, Pierdomenico Perata, e il direttore della Normale, Vincenzo Barone, per il buon posizionamento ottenuto dai due atenei toscani nel ranking internazionale. «Da un lato, non possiamo che guardare con grande soddisfazione alla crescita costante, anno dopo anno, della Scuola Superiore Sant’Anna, giovane ateneo fondato appena 30 anni fa; dall’altro, il contesto sempre più sfidante di questi ranking ci obbliga ad alzare ancora l’asticella della nostra competitività, ovviamente senza rinunciare ai valori fondanti delle nostre istituzioni, come la capacità di saper riconoscere i talenti e di saper valorizzare il merito. Il successo di Sant’Anna e Normale, uniche due istituzioni italiane nelle 200 ‘top universities’ mondiali – continuano Perata e Barone – deriva essenzialmente dalla qualità dei docenti e dei ricercatori, dalle capacità degli allievi, come dagli elevati standard offerti da servizi e infrastrutture». La classifica è stata redatta sulla base di macro indicatori riuniti in cinque categorie: formazione, ricerca, numero di citazioni, internazionalizzazione, trasferimento tecnologico e di conoscenze verso il sistema industriale. «Sant’Anna e Normale, a fronte di valutazioni generalmente positive nei cinque macro indicatori, hanno trovato uno dei punti di forza nella qualità della ricerca, con particolare attenzione per il numero di citazioni delle pubblicazioni dei loro docenti e ricercatori» spiega ancora la nota dei due atenei.