Si tratta dell’ennesimo plagio, ultimo di una lunga serie, ai danni del paesaggio valdorciano. Questa volta l’utilizzo improprio di una delle icone paesaggistica più note arriva dalla patria del Boccaccio. Si chiama La Biblioteca Alchemica, ed è una caccia al tesoro in stile fantasy medievale giunta all’ottava edizione. La manifestazione si svolgerà a Certaldo il 24 settembre ed è organizzata dalla Pro Loco con il patrocinio del Comune. Fino a qui niente di strano, anzi, per partecipare basta andare sul sito della Pro Loco ed è fatta.

Il manifesto incriminato Se non fosse che il manifesto raffigura un libro aperto con una nota immagine della campagna toscana. Ma non è una immagine qualsiasi: si tratta di Poggio Belvedere, nel cuore della Val d’Orcia, nella campagna di San Quirico d’Orcia (Siena). Uno scorcio che insieme alla famosa corona di cipressini e alla cappella della Madonna di Vitaleta, rappresenta il paesaggio toscano nel mondo. Immagini utilizzate da chiunque negli ultimi venti anni, in modo corretto ed in modo improprio. Tant’è che nel 2011 l’Amministrazione comunale di San Quirico d’Orcia – comune in cui si trovano i tre simboli paesaggistici – ha adottato un regolamento che disciplina le “attività di ripresa fotografica, video e cinematografica assoggettandole ad autorizzazione”. Secondo quanto riporta il regolamento «l’utilizzo delle immagini a fini commerciali o pubblicitari deve avere l’acquisizione dell’autorizzazione prescritta con l’imposizione che sul materiale sia chiaramente ed integralmente riportata la dicitura ripresa, fotografia effettuata a San Quirico d’Orcia». Insomma l’immagine della campagna di San Quirico non può essere utilizzata per promuovere eventi, manifestazioni di altri territori (anche vicini), oppure per fini commerciali impropri come nei noti casi della multinazionale Monsanto o della promozione del panino con carne chianina da parte della McDonald’s, solo per citare due fra i casi più emblematici. L’attenzione sul tema è alta in Val d’Orcia, e il manifesto di Certaldo non è così passato inosservato.