La notizia è di ieri ma le reazioni stanno piovendo in queste ore. L’Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica avrebbe deciso di chiudere in Toscana 13 scuole (135 sul territorio nazionale) per mancanza dei requisiti minimi. Slittano così a novembre i concorsi tanto attesi da migliaia di neo laureati. Una situazione che getta nel limbo la continuità didattica per circa 15mila specializzandi. Sotto l’occhio dell’Osservatorio sono finite 7 scuole di specializzazione a Pisa, 5 a Siena e 1 a Firenze per le quali vi sarebbero gravi vizi di forma e inadeguatezze strutturali (spazi e laboratori insufficienti, standard ospedalieri bassi, posti letto, sale operatorie, prestazioni, numeri inadeguati di docenti o docenti con limitata attività scientifica).
Subito si è accesa la polemica politica. Uno dei primi ad intervenire il deputato e responsabile sanità del Pd Federico Gelli che ha chiesto un rapido incontro con il ministro Beatrice Lorenzin. «Bisogna fare subito chiarezza per correre ai ripari e garantire la piena continuità didattica», ha dichiarato il parlamentare pisano.
A Siena le scuole di specializzazione “bocciate” sono Medicina del Lavoro, Chirurgia toracica, Allergologia e Immunologia Clinica, Audiologia e foniatria, Medicina legale. Il professor Ranuccio Nuti, delegato alla sanità del Rettore dell’Università di Siena, in una intervista a Il Corriere Fiorentino si è detto perplesso. «Sono stati usati criteri per niente chiari, discutibili, basati sulle pubblicazioni dei docenti. Ci sono incongruenze palesi». Poi spiega che a Siena i problemi ci sono e sono legati alla «riduzione, in questi ultimi anni, del corpo docente» che, gioco forza, significa meno specializzandi e può finire per significare la chiusura della scuola stessa.
Sulla vicenda ha preso posizione il circolo Sena Civitas. «Noi conosciamo e riconosciamo – spiega una nota – l’impegno e la professionalità dei medici e di tutte le professionalità che operano in ambito ospedaliero, questo a prescindere dai meccanismi di formazione delle scuole di specializzazione. Quindi, sgombrato il campo da possibili fraintesi, restano però dei quesiti da porre e alcune riflessioni spontanee. Fra i quesiti il primo non può che essere riferito al fatto che tutto avvenga senza nessuna preventiva informazione impedendo il rispetto, entro i termini del nuovo anno accademico, di adeguamenti possibili. Ovviamente il quesito è rivolto a chi ricopre ruoli superiori, almeno regionali, perché non potevano essere all’oscuro di tutto».
Poi Claudio Marignani per Sena Civitas chiede conto alla politica. «Questa penalizzazione ulteriore della sanità senese – continua – proporzionalmente più marcata rispetto ad altre, sembra quasi confermare una politica di ridimensionamento di ambiti sanitario-universitrari anche a discapito dell’utenza perché i medici specializzandi sono una risorsa essenziale nella gestione di molti reparti. La riflessione porta al nome del consigliere regionale Scaramelli e a quello del Sindaco Valentini che sembrano ricoprire ruoli, in ambiti politici legati e connessi al Governo a guida Pd, in una condizione che può essere di indifferenza oppure di mancanza di autorevolezza».