I melanomi (tumori della pelle) sono in aumento, in Toscana come nel resto d’Italia e in tutta Europa. Per dare risposta a questa emergenza sanitaria la Toscana ha istituito, prima regione in Italia, la Rete clinica regionale per il melanoma e i tumori della cute. «Sappiamo che purtroppo il melanoma è una patologia in costante aumento – dice l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi – e quindi è necessario attrezzarsi sempre meglio e mettere a punto strategie sempre più efficaci per individuarlo per tempo e intervenire tempestivamente con tutte le terapie necessarie. La Rete regionale per il melanoma e i tumori cutanei è un ottimo esempio di risposta del servizio sanitario regionale, a tutto vantaggio dei pazienti».

Un nuovo caso ogni 120 persone In Europa l’incidenza del melanoma negli ultimi decenni è andata raddoppiandosi ogni 12-15 anni, tanto che oramai si parla di “epidemia di melanoma”. Anche in Toscana si registra un aumento, con una stima che è passata da un nuovo caso ogni 180 individui negli anni ’90 ad un nuovo caso ogni 120 individui attualmente, per un totale di circa 1.000 casi per anno (dati AIRTUM, Registro Toscano Tumori), mentre i pazienti che effettuano biopsia del linfonodo sentinella per melanoma sono circa 350 ogni anno e circa 70-80 quelli sottoposti a linfodenectomia nell’intera regione. Il melanoma colpisce frequentemente l’età giovane-adulta, nella fascia di età 20-44 anni il melanoma è il secondo tumore come incidenza dopo il tumore della mammella nelle donne e il tumore del testicolo negli uomini, e per questo motivo è ritenuto uno dei tumori che determina uno dei valori più alti di perdita di anni di vita attesa. Ogni anno, in Italia, il melanoma fa registrare circa 1.500 decessi. Nella stragrande maggioranza, circa l’85 per cento dei casi, viene diagnosticato in fase precoce e questo fa aumentare considerevolmente la probabilità di guarigione, si parla infatti di prevenzione primaria, che si esplica attraverso campagne sanitarie che fanno diminuire l’incidenza (molto importante nei bambini), e di prevenzione secondaria con l’incremento proprio della diagnosi precoce che fa diminuire la mortalità specifica e aumentare la sopravvivenza.

La prevenzione, unica arma La lotta al melanoma si basa essenzialmente sulla prevenzione, su una diagnosi precoce e il trattamento chirurgico; l’asportazione di melanomi “sottili” si associa ad un’ottima sopravvivenza, circa il 95% per lesioni <1 mm di spessore, mentre la stessa si riduce al 50-55% per lesioni >4 mm di spessore. Negli ultimi anni sono stati fatti notevoli progressi nel campo della diagnosi precoce grazie alle campagne di informazione e all’ausilio di nuove tecnologie, quali la dermatoscopia, mentre in ambito chirurgico si sono affermate tecniche maggiormente conservative a livello della lesione primaria e dei linfonodi regionali con la biopsia del linfonodo sentinella. Nelle forme avanzate la svolta è avvenuta con l’avvento delle nuove terapie target a bersaglio molecolare e dell’immunoterapia, la sopravvivenza dei malati con malattia metastatica è passata dal 5 al 20-25 per cento dopo 3 anni e, in alcuni casi, oggi può arrivare fino a 10 anni.

La rete clinica regionale La rete regionale è costituita da tre poli, rappresentati da una Melanoma Unit per ciascuna Area Vasta nella quale vengono integrate le strutture dell’Azienda USL con quelle dell’Azienda ospedaliero universitaria, in raccordo con Ispo. Ciascuna Unit è formata da un team multiprofessionale, del quale fanno parte professionisti della AUSL e della AOU, composto oltre che dai dermatologi da oncologi, chirurghi plastici, radiologi, radioterapisti, medici nucleari, genetisti, anatomopatologi, psicologi e riabilitatori. Sono già attive la Melanoma Unit dell’Area vasta Centro coordinata dal dottor Lorenzo Borgognoni e la Melanoma Unit dell’Area Vasta Nord Ovest la cui responsabilità è stata affidata al dottor Giovanni Bagnoni ed è in via di costituzione la Unit dell’Area Vasta Sud Est. Investimento sulla prevenzione, metodiche innovative per la diagnosi, terapie avanzate, stretta collaborazione tra i professionisti, integrazione operativa con le universita’ e i centri di ricerca regionali per sviluppare la ricerca del settore sono i punti di forza che caratterizzano la Rete regionale. Obiettivo primario dell’istituzione della Rete è quello di offrire ai pazienti il massimo delle potenzialità diagnostiche e terapeutiche, in un percorso che mette in forte connessione gli ambulatori territoriali per la prevenzione e la prima diagnosi, con i servizi ospedalieri a cui verranno inviati i casi che necessitano di ulteriore approfondimento con tecniche diagnostiche di ultima generazione e l’esecuzione di intervento chirurgico per l’asportazione e la ricostruzione.