Sono stati scarcerati nelle scorse ore cinque degli otto fermati nel blitz di Polizia e Carabinieri attuato in seguito alle indagini sull’ordigno che ferì gravemente un artificiere della polizia il Capodanno scorso, davanti alla libreria fiorentina di Casapound, e per il lancio di una molotov contro la caserma dei Carabinieri di Rovezzano il 21 aprile 2016.
«Mancano gravi indizi di colpevolezza» E’ stata questa la motivazione del Gip Fabio Frangini, del Tribunale di Firenze, non convalidando cinque dei sei fermi già emessi a carico di altrettanti anarchici fiorentini. A Sollicciano, dove si trovavano da due giorni, rimarrà solo Salvatore Vespertino, 30 anni, nato a Nuoro ma gravitante a Firenze, per il quale è stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere. Ad incastrarlo, secondo quanto si è appreso, sarebbe stato il Dna che è stato trovato sull’ordigno esploso davanti alla libreria, che costò una mano e un occhio all’artificiere Mario Vece. Resta in cella, ma in Puglia, anche Pierloreto Fallanca, 30 anni, originario della provincia di Teramo, presunto ispiratore dell’azione contro Casapound, bloccato nel Salento sempre giovedì scorso. Per lui il Gip del Tribunale di Lecce ha convalidato il fermo, pur riservandosi la decisione sull’eventuale misura cautelare da applicare. Come Vespertino è accusato di concorso in tentato omicidio nonché fabbricazione, detenzione e porto abusivo di materiale esplodente per la bomba di Capodanno. A Firenze gli indagati, giovedì scorso, sono stati fermati nel centro La Riottosa, un vecchio edificio occupato da tempo, nella zona del Galluzzo, dove si trovavano con altri compagni. Alcuni di loro per sfuggire alla cattura sono anche saliti sul tetto dove sono rimasti per diverse ore, nonostante il gran caldo.
Nel frattempo il Centro popolare autogestito (Cpa) di Firenze sud ha emesso una nota di solidarietà per i fermati di mercoledì scorso. «Solidarietà alle compagne e ai compagni anarchici arrestati-si legge nella nota emessa dal Cpa – Non ci interessa sapere se gli otto compagni in questione c’entrino o meno con i fatti imputati, ma ci fa sorridere amaro però vedere come giornali locali e nazionali stiano titolando come se finalmente una verità inconfutabile sia sotto gli occhi di tutti e la ‘giustizia’ stia facendo il suo corso trovando i ‘mostri’ perfetti da mettere alla pubblica gogna, e perché no, a marcire nelle calura delle patrie galere. Ci interessa invece esprimere la nostra solidarietà concreta a chi è stato portato in carcere, ai loro compagni, già duramente colpiti in questi mesi da misure repressive severe quanto folli (come i Daspo di quartiere al Galluzzo), trovandoci senza se e senza ma dalla stessa parte di chi combatte per un mondo senza più fascisti e i loro covi e senza più caserme e i loro sbirri».