Mercoledì 19 luglio il Musart Festival di Firenze apre alla musica classica con una serata dedicata a due opere cardine del repertorio novecentesco: il “Boléro” di Maurice Ravel e i “Carmina Burana” di Carl Orff (ore 21,15 – piazza Santissima Annunziata). Protagonista l’Orchestra della Toscana diretta da Daniele Rustioni, arricchita dalla presenza del Coro Città di Roma diretto da Mauro Marchetti e dal Coro Vivilevoci _ Pescetti diretto da Viviana Apicella. Voci soliste, il soprano Giuliana Gianfaldoni, il controtenore Antonio Giovannini e il baritono Enrico Marabelli.
Storia di un’opera Nato come musica da balletto, il ”Boléro” di Ravel, con i suoi ritmi sostenuti e il suo crescendo, è tra i brani più amati dal grande pubblico. Trae ispirazione dall’omonima danza spagnola e fu commissionato a Ravel dalla ballerina russa Ida Rubinštejn. La prima andò in scena nel novembre del 1928 all’Opera di Parigi, mentre nel 1930 fu lo stesso Ravel a dirigerne la prima esecuzione concertistica per orchestra. Cantata scenica composta da Carl Orff tra il 1935 e il 1936, “Carmina burana” è basata su 24 poemi medioevali di “clerici vagantes”. Trionfale l’accoglienza che fu riservata alla prima rappresentazione, nel giugno 1937 a Francoforte. Per il musicologo Sergio Sablich, i Carmina burana rappresentano la «rifondazione di un linguaggio barbarico e primitivo, eloquente e immediatamente comunicativo, nel quale la forza elementare del ritmo e la continua segmentazione del canto, sullo sfondo di una modalità ora arcaica ora popolare divengono invenzione prodigiosamente novecentesca, insieme giocosa e leggendaria, stupefatta e terrificante»