Ospedali a rischio depotenziamento o chiusura. Un fenomeno tristemente attuale in Toscana (ultima in ordine di tempo è la protesta andata in scena a Volterra lo scorso 10 giugno con oltre 2500 cittadini a manifestare), ma anche molto diffuso a livello nazionale. Di questo si è parlato domenica a Bibbiena nell’incontro dal titolo “L’anestesia della società di fronte all’eutanasia della sanità”. Fra gli invitati di spicco ci sono stati i sindaci di Arezzo e Volterra, Alessandro Ghinelli e Marco Buselli,  due esempi a oggi a livello regionale nonché nazionale per il modo e il coraggio con cui stanno difendendo la salute dei propri cittadini. Tra i relatori medici, avvocati e giornalisti, tra questi Giuliano Bugani, regista del documentario “Mani sulla Sanità” e Daniele Rovai, coautore del libro “Salute Negata”.

«La malattia come una merce» «Nel corso dell’incontro  – si legge in una nota di Comitato Salute Casentinese, organizzatori dell’iniziativa- è stato sempre più evidente  che il problema del depotenziamento o addirittura la chiusura degli ospedali abbia in comune la volontà di trasformare il malato e la malattia in una merce, ignorando completamente ciò che prevede l’art. 32 della Costituzione Italiana e favorendo gli interessi dei privati che ci lucrano sopra. Tra questi:  cooperative  (in molti casi create dagli stessi politici); associazioni di volontariato; case farmaceutiche; assicurazioni. E invece la sanità pubblica andrebbe difesa a tutti i costi, soprattutto perché il depotenziamento e lo smantellamento hanno coinvolto anche reparti funzionanti e senza problemi di bilancio. Quindi non si tratta di paranoie o complottismi, come si evince dal documentario “Mani sulla Sanità”, quello che a oggi viviamo è oramai prassi diffusa: si parte sempre dalle zone montane e disagiate, come il Casentino, con la chiusura dei punti nascita, per continuare con quella del Pronto Soccorso, nascondendosi dietro a diciture ingannevoli, sottigliezze linguistiche che la gente comune fa fatica a capire data la complessità dell’argomento trattato, la sanità. Nonostante gli inviti a tutte le forze politiche regionali ha rispondere e a partecipare a questo evento a difesa dell’Ospedale di Bibbiena hanno risposto solo in due Consiglieri regionali, Giovanni Donzelli (FDI) e Marco Casucci (Lega Nord), che hanno evidenziato lo spreco di denaro pubblico e l’indifferenza di alcune istituzioni di fronte alle richieste legittime del Comitato Salute Casentinese».

Il paradosso «Ci troviamo di fronte ad un paradosso – spiega ancora la nota – : la Destra che tendenzialmente è a favore dei privati, non nascondendolo (!), si ritrova a sostenere la presenza di un Ospedale pubblico come quello del Casentino poiché è essenziale in una zona disagiata come la nostra, nonché, perché garantito da una normativa nazionale e per questo da rispettare, dato inoltre che in certe zone il privato non ha interesse nell’investire soprattutto in reparti che non portano profitto come un Pronto Soccorso, da qui la loro vicinanza e coerenza. La Sinistra, invece, pur essendo quella che dovrebbe sostenere la sanità pubblica, si ritrova ad appoggiare quelle politiche che hanno portato al depotenziamento e allo smantellamento dell’Ospedale di Bibbiena e quindi promotrici di politiche neoliberali, di destra, nonostante ciò che dicono i fatti dimostrano l’opposto. Ecco perché la gente non dovrebbe più valutare e votare su ciò che uno promette ma esclusivamente basandosi sui fatti».

Comitati della Salute a confronto Sempre domenica a Poppi c’è stato l’incontro tra vari Comitati della Salute, sia della Toscana che provenienti dal Molise e dalla Campania , nonché un referente del Percorso Nazionale “Attuare la Costituzione, un dovere inderogabile” il cui promotore è Paolo Maddalena, vice presidente della Corte Costituzionale. A moderare l’organizzatrice e promotrice dell’evento, Carlotta Balzani, presidente del Comitato Salute Casentinese. «E’ stato un momento di confronto e di dialogo molto proficuo – dichiara , che ci ha aiutato a focalizzare gli obiettivi futuri nell’ottica di una lotta comune che superi i conflitti e gli interessi personali».  Alcune proposte si sono ripetute in quasi tutti gli interventi: la volontà di fare rete, prendere consapevolezza dei meccanismi e delle scelte politiche che si succedono nella devastazione della salute pubblica in Italia, e di impegnarsi nel sensibilizzare la popolazione tutta nonostante il diffuso sentimento di sconforto e di sfiducia verso le Istituzioni, e lottare, promuovendo al contempo un’ aggregazione nazionale tra tutti quei comitati di cittadini diffusi a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale. Il desiderio di attuare la Costituzione