Dunque, parliamo di Juve.
Adesso prendono Pereyra dell’Udinese. E forse Candreva.
Non me ne stupirei: al di là dei parametri zero (che fanno gola a tutti, non solo alla Juve) e del low-cost (ma vorrei vedere quanto sarà low andare dai Pozzo, per esempio), Pereyra e Candreva sono i classici acquisti di Marotta e Paratici.
Li ho avuti per anni alla Samp, e so come operano: vanno in estasi per questa gente qui; calciatori che sanno stare bene in campo, che sanno fare più ruoli (…nessuno benissimo, nessuno malissimo), che prendono sei, sei e mezzo in pagella. Possibilmente sui 25-28 anni, italiani o comunque testati per il nostro campionato. Negozi frequentati: Lazio, Udinese, Atalanta. Quando erano con noi, Lecce ed Empoli.
Sbaglierò, ma Conte con questi due non doveva andarci troppo d’accordo.
Credo che li separassero un paio di galassie sul modo di concepire il football. Quello di Conte mi sembra una roba d’assalto, una filosofia abbastanza precisa che predilige un certo modo di affrontare le partite. Più vicino al Manchester United (almeno negli intenti) che al football speculativo che si gioca quasi solo da noi.
Quando Conte sbottò: «Non si entra in un ristorante di lusso con dieci euro in tasca», si riferiva senz’altro ai soldi. Ma non solo a quelli.
La Juve fiammeggiante del suo primo scudetto è pian piano svaporata. Ne è venuta fuori un’altra che ha ugualmente stravinto, ma senza più quell’idea di “tremendismo” (vorrei dire di “cholismo”) che ne faceva una copia abbastanza vicina all’attuale Atletico Madrid che ci ha lasciato tutti a bocca aperta.
Conte, insomma, sentiva che aveva bisogno di sangue nuovo.
Poi ha dato un’occhiata a chi doveva rifargli la squadra e si è messo le mani nei capelli (ehm ehm…). La poca voglia di spendere della Juve, ha fatto il resto.
Di certo, qualche pugno (sul tavolo) di Andrea Agnelli deve esserci stato, al di là delle dichiarazioni di facciata. Una cosa del tipo “o io o loro”. Un Conte alla Ferguson, per intendersi. E Marotta e Paratici a tagliare i nastri dello Juve Club Moncalieri.
Agnelli (che qualche consiglio a Moggi, sotto sotto, lo chiede ancora) ha fatto la classica scelta da Juventus. Che privilegia sempre il club, e mai allenatori o giocatori, da Lippi, a Zidane in poi.
Secondo me, è andata così.