Chi ha vinto in Toscana questa tornata elettorale? Il primo vincitore è il territorio. Il Pd è sempre in testa, ma ormai è pacifico: nessuno, ma proprio nessuno ha più la vittoria in tasca. Non basta più dichiararsi “di sinistra” o peggio “del partito” per essere ascoltati: talvolta è un deterrente. Vincono i territori, che valutano volta volta i progetti. In questa chiave di lettura si sgonfiano i grillini, perchè una protesta può valere per un qualcosa di lontano, come un governo. Ma a casa propria, nel proprio giardino, per il proprio Comune no. Qui si guardano negli occhi le persone, in ricerca di concretezza. E si sceglie talvolta il meno peggio, ma sempre su un’idea di amministrazione. In questo senso va letta anche la crescita del centrodestra. In un momento di sbandamento nazionale, nella regione più rossa d’Italia la destra avanza. La fa suo malgrado, ma grazie a due fattori essenzialmente.

Il primo, Mugnai. Stefano è un bravo ragazzo, anche se sconosciuto ai più nei territori. Però ha lanciato una linea di demarcazione rispetto al modello Verdini. Semplicemente prova, forse per la prima volta, a correre per vincere, e non è poco. Il secondo, la permeabilità con le liste civiche e con candidati civici. Questa è la forza determinante, senza la quale non si governerebbe quasi da alcuna parte. Fino a quando il centrodestra non muscoloso sarà alleato di civiche vere, potrà avere speranza di governo. Se alzerà la testa su ideologie che non appartengono alla regione (e tra poco non apparterranno più manco quelle di sinistra) perderà anche quel che ha. Le civiche avanzano, sopratutto quelle vere. Pizzarotti a Parma è un modello: anche senza 5stelle, il progetto civico è vincente. Lo è perchè concentrato sulla città, e l’uomo di oggi, smarrito e post-ideologico, è in cerca di concretezza

Non solo: oggi si ricercano più di ieri le radici. Guai a toccare il Comune, guai a abolire gli storici municipi. E’ così che la sinistra viene punita a Riparbella, ma anche nel neo comune di Abetone-Cutigliano. La storia non si cancella. Il Pd è sempre meno autosufficente, e le ultime speranze dei toscani sono volte a…un qualcosa di nuovo, e tangibile. L’esperienza civica ha tutti i requisiti giusti. Se solo riuscirà ad organizzarsi e a voler dire la sua. L’alternanza è una benedizione, una medicina per la democrazia. Una medicina che i toscani stanno attendendo fuori dalle farmacie…pardon, dalle proprie case, impazienti.