PianoForte Sostenibile si è chiuso domenica sera così come era prevedibile, tra applausi, ringraziamenti e gag della Banda Osiris. Ma prima c’erano stati i concerti diversamente straordinari di Gloria Campaner e Stefano Bollani, ovvero il talento di due musicisti che si rispecchiano senza confrontarsi ma che si riconoscono a vicenda nella superiorità musicale.
Dialogo contro la mafia Parliamo del lungo pomeriggio e della notte pianistica di Pratovecchio, iniziato con il momento di riflessione “Libera la musica”, un incontro con l’associazione Libera e don Luigi Ciotti, come sempre ferocemente lucido e insieme visionario. L’idea della liberazione dalla mafia che passa dalla scolarizzazione alla cultura e infine alle coscienze si è confrontata con gli interventi di un ispirato Cesare Picco ma è stata veramente avvalorata dai dati in numeri e percentuali con i quali don Ciotti anche qui ha sostenuto la necessità di utilizzare Libera come il più potente degli strumenti antimafia.
I “segreti”di Gloria Dopo, Gloria Campaner intervistata da Enzo Gentile, desideroso di marcare che non sa niente di repertorio e musicisti “classici”. Un’intervista un po’ così, che ci ha fatto sapere che la Campaner appena sveglia salta sul tappeto elastico e beve un bicchiere d’acqua calda. La leggerezza, il gioco, la condivisione e l’improvvisazione sono il sentiment di questo Pianoforte sostenibile, ma in certi momenti sono attitudini del tutto fuori luogo. Lo sa bene Gloria Campaner che con noi ha parlato dei suoi inizi, dei sacrifici suoi e dei suoi genitori per dare ad una bambina speciale la grossa opportunità di aiutarla a diventare l’artista che è oggi. Ci ha parlato dei suoi maestri, innanzitutto di Bruno Mezzena, orgogliosa di ricordarne la diretta discendenza artistica da Arturo Benedetti Michelangeli. Ha ricordato la storia dei corsi di perfezionamento pianistico che il maestro tenne ad Arezzo negli anni Cinquanta, ben consapevole che oggi quel rigore e quel regale insegnamento sarebbero improponibili. Ha fatto l’esempio della masterclass «amichevole» che Stefano Bollani aveva tenuto lì nel pomeriggio ma ha anche detto che – a fronte di un suo sentirsi quasi esclusa dagli altri negli anni della gioventù dedicati a Bach e alla formazione tecnica – oggi Bollani le ha detto che sempre più spesso egli torna a suonare almeno per se stesso il repertorio classico.
Mezz’ora di Gloria” Quindi il mini-concerto “Mezz’ora di Gloria”. Qui la Campaner è stata se stessa e ha imposto a mezzo migliaio di persone pagine di Chopin e soprattutto dei suoi amati Rachmaninov e Debussy, concedendo al virtuosismo solo la Toccata di Prokoviev. La Campaner ha un suono così ricercato, così attento al significato che esso ha nell’economia generale del brano che è stato un peccato sentirlo, questo suono, amplificato ad arte per la grande piazza. L’ingresso di Bollani, oltre a scatenare compostamente Gloria Campaner, ha scatenato la piazza.
Bollani e il «magma fluido della musica» Bollani, intervistato da agenziaimpress.it nel pomeriggio, ci ha parlato di formazione e di quello che lo ha colpito nei venti ragazzi che in questi giorni si sono esibiti a PianoForte sostenibile. E’ rimasto colpito dai loro sogni, dai tanti progetti. «Sono pianisti pieni di voglia di sperimentare. Abbiamo parlato molto e ho provato a rispondere alle loro domande sullo studio e sulla musica». Bollani, si sa, è convinto che non esista un vero e proprio «mondo della musica, anzi che lo stesso concetto è un po’ fuorviante; la musica è un magma fluido dove è necessario imparare ad orientarsi; ciò che posso consigliare a questi giovani pianisti è lo studio e la ricerca costante; non accontentarsi, lavorare per costruire una propria identità non replicabile». E’ un Bollani molto preso dai ragazzi che lo cercano, che forse ambiscono, pur provenendo dai Conservatori, a diventare appunto i nuovi “Bollani”. Per poco o per sempre? «Questo dovremmo chiederlo a loro. Resta il fatto che esperienze di questo tipo sono capaci di aprire gli orizzonti di veduta. Orizzonti musicali dove ogni tanto ci si può permettere anche di giocare. In ogni caso questa sera potremo ascoltarli suonare nelle piazze e nelle stradine di Pratovecchio e allora sentiremo se, anche divertendosi, fanno sul serio». Poi il tanto atteso concerto di Bollani, un meccanismo perfetto nel quale la sua concezione della musica – formata grazie ad una capacità incredibile di assorbire e rifare alla “bollani” stili distanti anni luce gli uni dagli altri – quella improvvisazione così perfetta che lascia affiorare l’indagine musicale e culturale che essa ha alle spalle, risaltava dall’esibizione nella bella piazza di Pratovecchio. E, nonostante la presenza del taccuino prendi-appunti con il senso di confidenza che esso sottintende, il pubblico è stato complice, entusiasta ma rispettoso.
Ha collaborato Anna Martini