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Situazione di stallo alla Fondazione Mps per la nomina del nuovo presidente e la nuova Deputazione Amministratrice. Anche la riunione odierna della Deputazione Generale, chiamata a decretare i futuri vertici di Palazzo Sansedoni si è conclusa con un nulla di fatto e la discussione è rinviata al 25 luglio. Decisa invece l’azione di responsabilità contro gli ex vertici dell’Ente che nel 2008 avallarono la scelta di Banca Mps per l’acquisizione di Antonveneta.

Il colpo di scena A decretare lo stallo sulle nomine il mancato accordo tra i consiglieri dovuto principalmente alle diatribe interne al Pd senese, tra renziani e ceccuziani, che si riflettono anche sugli enti nominanti. Nella riunione di oggi non sono state presentate «candidature reali» e la discussione è stata aggiornata alla prossima seduta. Non prima, però, di un ‘colpo di scena’: la consigliera Bettina Campedelli che dall’agosto scorso siede in Deputazione generale per nomina dell’Universitaà degli Studi di Siena, avrebbe confermato la propria disponibilità alla presidenza, lasciando poi la riunione per consentire agli altri 13 membri dell’organo di indirizzo della Fondazione di discutere in piena autonomia. Il nome di Campedelli era circolato ieri e anche per questo motivo la consigliera avrebbe voluto lasciare la riunione prima del tempo. Oltre alla docente di economia veronese non ci sarebbero altre candidature concrete anche se a Siena impazza il ‘toto nomi’, tra i quali ancora l’attuale Ad della Cassa di Risparmio di San Miniato Divo Gronchi, il presidente di Lazard Italia Carlo Salvadori. La disponibilità a presiedere la Fondazione sarebbe stata chiesta anche al numero uno di Toscana Life Sciences, Fabrizio Landi, che avrebbe però rifiutato. 

L’azione di responsabilità da 2,5 mld La Deputazione generale guidata dalla presidente uscente Antonella Mansi e alla quale ha partecipato anche il dg Enrico Granata, come detto, ha invece deliberato l’azione di responsabilità contro la Deputazione amministratrice, presieduta da Gabriello Mancini, in carica nel 2008 e contro gli advisor che hanno rilasciato la fairness opinion sul prezzo di acquisto di Banca Antonveneta da parte di Banca Mps. Nei loro confronti ci sarebbe una richiesta danni per un ammontare complessivo di 2 mld e mezzo di euro. La decisione è arrivata dopo aver esaminato il parere chiesto a Giorgio De Nova, ordinario di Diritto civile all’Università statale di Milano, coadiuvato da Ugo Pomante, ordinario di Economia dei mercati finanziari all’Università Tor Vergata di Roma. A loro era stato chiesto un approfondimento delle ragioni di merito «che hanno determinato l’attuale situazione della Fondazione Mps».

Colpito da provvedimento l’attuale presidente di Sansedoni Tra i soggetti destinatari del provvedimento anche l’attuale presidente di Sansedoni Spa, partecipata dalla Fondazione, all’epoca dei fatti vice di Mancini. La deputazione generale avrebbe anche dato mandato ai propri legali di approfondire ulteriormente il ruolo e le possibili responsabilità degli organi di vigilanza al momento dell’acquisto di Antonveneta.