«Lascio questo scranno perché la nostra rivoluzione è di fatti e non di parole. Ho commesso un errore, un piccolo errore che mi costerà 388 euro per essere sanato, ma chi siede qui non dovrebbe compierlo. L’ho commesso per sufficienza, ma non è un’attenuante. L’ho commesso e basta». Così il consigliere regionale M5S Enrico Cantone, dimessosi per non aver dichiarato alla Regione due società a Malta, in un pensiero espresso sulla propria pagina Facebook. Cantone, sostituito nelle scorse ore dalla neo consigliera, Monica Pecori, fuoriuscita dal M5S, ha spiegato che «questo è il comunicato che avrei voluto leggere in aula ma mi è stato impedito dal presidente Giani e da alcuni consiglieri del gruppo di maggioranza adducendo a motivi burocratici ed amministrativi. L’etica pubblica che come Movimento 5 Stelle portiamo avanti – ha aggiunto Cantone – non funziona come un tribunale dove qualcuno può aggrapparsi ai cavilli e alle prescrizioni per uscirne indenne. L’etica pubblica che esigiamo dai rappresentanti istituzionali, e primi fra questi da noi stessi, ci impone una risposta sola: il passo indietro. Per questo io mi sono dimesso e vi chiedo di accettare queste dimissioni».

Ripercussioni sul gruppo e sui dipendenti Cantone ha sottolineato di aver «omesso di dichiarare due mie società nell’anagrafe pubblica. Per essere precisi non si tratta di due società ma di due componenti di un’unica società: sono la composizione amministrativa di una piccola azienda: una di capitali (holding) che possiede l’altra. L’ultimo capitale censito della holding è 10.195 euro, questo il minimo giro di affari di cui si discorre tanto sui giornali: 10.195 euro. Da queste società non ho ricevuto dividendi, quindi nessuna tassa doveva essere versata in Italia, e dunque non ho evaso il fisco. Il mio errore verso il consiglio e i cittadini si chiama violazione obblighi di monitoraggio, e basta, altre violazioni non ve ne sono». Le dimissioni del consigliere pentastellato Enrico Cantone e l’ingresso nell’Assemblea di Monica Pecori che ha deciso di inserirsi nel ‘Gruppo misto’, ha effetti sulla composizione del gruppo M5s, che passa da 5 a 4 consiglieri, ed ha come conseguenza una minore dotazione di budget per l’organico dello staff, che si vede costretto a licenziare una persona. Dal gruppo M5s è stata allora lanciata la proposta di non rinunciare al proprio organico e di “compensare” con una riduzione del contratto e degli orari da parte dei dipendenti. Soluzione che vede d’accordo gli stessi dipendenti del gruppo. Dai Cinquestelle era stato chiesto anche di discutere già ieri, per non dover procedere al licenziamento, la proposta che prevederebbe una modifica alla legge sul personale regionale. Richiesta che però non è stata accolta per mancanza di approfondimenti giuridici ma una seduta ad hoc del Consiglio regionale potrebbe tenersi già la prossima settimana.

In attesa della soluzione Come spiegato dal presidente dell’Assemblea Eugenio Giani, «personalmente e anche dai capigruppo vi è la disponibilità a esaminare la possibilità di arrivare a una delibera che ricalibri» la normativa sul personale. Secondo Giani, «naturalmente avevamo provato a elaborare una proposta del genere, ma non era suffragata dal necessario approfondimento giuridico e da un parere giuridico adeguato, per la dovuta legittimità. Per questo abbiamo chiesto di formulare questo atto deliberativo in una ulteriore sessione dei lavori del Consiglio», che potrebbe essere convocata già la prossima settimana. Giani ha assicurato: «Faremo in modo che questi atti deliberativi si completino nel tempo più breve possibile per dare garanzie ai lavoratori».