«E’ un’iniziativa intrapresa già dall’anno scorso grazie a tanti cari amici che ci hanno aiutato. Molte persone hanno supportato il fatto che la nostra squadra israeliana potesse essere qui oggi». Così Ran Margaliot, team manager dell’Israel cycling Academy che nelle scorse ore ha fatto visita con la sua squadra nel Salone dei Cinquecento, ospite del comune di Firenze, nella prima di una serie di iniziative che coinvolge la formazione ciclistica israeliana che oggi sara’ invece a casa di Gino Bartali, dove, dopo una visita al museo dedicato al grande ciclista, partiranno per una pedalata in direzione Assisi.

Margaliot:«La storia di Bartali è fondamentale per noi» «Siamo una squadra di ciclismo ma soprattutto ci caratterizziamo per il fatto che veniamo da Israele, cosa che non è ovvia – ha aggiunto Margaliot – La storia di Bartali, sia a livello della sua importanza nazionale, sia del suo esempio umano, in tempi in cui nessuno rischiava la propria vita per gli altri, è fondamentale per noi. Ha compiuto fatti eroici e vorrei insegnare ai miei atleti la sua storia per il suo esempio. Un’atleta non deve solo vincere corse ma essere da ispirazione, insegnare i valori della vita, e la sua storia ha compreso tutto. Per noi israeliani avere un eroe cosi, lui che non era ebraico ma cristiano-cattolico, che ha salvato noi, crea un legame molto forte. Volevo fermare, e l’ho fatto, l’attività della squadra, portare tutti qua, e correre sulle strade di Bartali. Non puoi capire quello che lui ha fatto senza capire la fatica che ha fatto con le sue gambe, con la bici vecchia dei suoi tempi, e contro tutte le condizioni che aveva lui. Oggi i miei atleti capiranno lo sforzo di Bartali, e cosa significherebbe se loro un giorno rischiassero la loro vita per gli altri come fece lui».

Da Ponte a Ema ad Assisi sulle tracce di Bartali «Oggi partiremo dalla casa di Gino Bartali a Ponte Ema e ripercorreremo la strada che lo porto’ fino ad Assisi, poi mercoledì saremo alla partenza della tappa del Giro d’Italia dedicata a lui, e dopo riprenderemo la nostra attività che è fatta di 80-90 giorni di corsa durante l’anno – ha proseguito il team manager della formazione israeliana – La mia squadra è formata da corridori di paesi dove il ciclismo non è sviluppato, e per me questa iniziativa è una forza che dara’ loro sia nella loro attività sportiva che nella vita di tutti i giorni. Loro diventeranno ambasciatori di questa storia di Bartali. Non vogliamo entrare in discorsi politici, per me noi siamo portatori di messaggi di pace, di dignita’. Apprezziamo tantissimo lo sforzo che sta facendo l’Italia per aiutare la nostra squadra ad organizzare tutto. Essere qui nel Salone dei Cinquecento è un onore che non ricevono tante persone, soprattutto per una squadra sportiva. La giornata di oggi è un segnale che lo sport puo’ aiutare ad unire le persone».

L’assessore Vannucci: «Il segno inedelebile di Ginettaccio» Ad invitare per conto del comune di Firenze, l’Israel ciclyng team a Palazzo Vecchio, è stato l’assessore allo sport, Andrea Vannucci. «Ovviamente questa è un’occasione bella che si è creata grazie ad una serie di condizioni favorevoli e positive che hanno messo Firenze al centro della scena ciclistica nazionale ed internazionale – ha puntualizzato Vannucci – La scelta di celebrare la centesima edizione del Giro d’Italia con un omaggio ad uno dei suoi piu’ grandi interpreti, Gino Bartali, ha portato alla partenza mercoledì prossimo da Ponte Ema, e l’occasione per il territorio di esprimere una serie di iniziative che coinvolgessero prima di tutto proprio Ponte a Ema e poi che rendesse omaggio a quello che Bartali ha fatto, indipendentemente da quello che ha fatto nelle competizioni. Da qui l’idea di cio’ che è accaduto sabato scorso di fare quella bellissima staffetta che da Piazza del Duomo passando per la Sinagoga ha portato al Museo Bartali per ricordare la grande attività che fece Bartali proprio per salvare delle vite, per portare documenti fino ad Assisi per mettere in salvo ebrei che altrimenti avrebbero rischiato le loro vite. E’ proprio dal riconoscimento di Bartali come ‘Giusto delle nazioni’ e dal museo ‘Fascem’ di Gelusalemme, che nasce l’iniziativa di oggi con l’Israel Cycling team che ha deciso di omaggiare Bartali, grande campione ma anche ‘Giusto fra le Nazioni’, con questo allenamento speciale, dopo la visita al Museo Bartali alle 9 lungo le strade che Bartali percorreva allora da casa sua a Ponte a Ema, ad Assisi, per portare un messaggio di speranza a queste persone che altrimenti non sarebbero piu’ state con noi. Una bellissima dimostrazione di come Ginettaccio abbia lasciato un segno indelebile non solo nel mondo del ciclismo e nel mondo dello sport in generale, ma nell’umanità tutta».