Ormai non riesco neppure più ad arrabbiarmi. La rassegnazione prevale, ed è certamente un segno dell’età che avanza.
Esiste un problema vero, serio, concreto e grave, che è quello delle conseguenze delle tante scosse di terremoto che hanno colpito il centro Italia ed hanno allontanato, e tuttora tengono lontani, molti turisti, non soltanto dai luoghi che sono stati colpiti più duramente, ma anche da quelli dove non ci sono stati danni. Con gravi conseguenze sull’economia ed i posti di lavoro di Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio, in un momento così difficile sotto tutti i punti di vista.
Ed ecco che, alla Presidenza del consiglio dei ministri, cosa fanno? Il solito spot televisivo, dal titolo evocativo “Siamo un cuore unico”, con immagini meravigliose, musica adeguata, voce magnifica e dunque l’ennesimo capolavoro fine a sé stesso. Perfetto per mettere in pace il cuore di politici e burocrati, convinti di aver fatto una cosa utile, permette alla Rai che lo trasmette di sentirsi servizio pubblico per il nostro paese. Ma assolutamente ininfluente sulla capacità di riattivare flussi turistici reali e significativi verso queste zone, che hanno invece bisogno più di altre di avere presenze e relativi flussi di denaro.
Lo spot televisivo e radiofonico andrebbe bene, anzi sarebbe sicuramente di aiuto, se dietro non ci fosse il consueto nulla assoluto in termini di servizi di accoglienza e di organizzazione turistica sul territorio, per spiegare quali zone sono fortunatamente intatte, quali attività hanno coraggiosamente riaperto le porte ad Amatrice o Norcia, quali sono le iniziative che possono contribuire a fare comunicazione positiva e dunque dare veramente un motivo per prendere un aereo, un treno, un auto (oppure, perché no, incamminarsi a piedi) verso il cuore d’Italia.
Ma organizzare un’accoglienza – lo ripeto per l’ennesima e forse ultima volta – richiede competenze, capacità professionali, presenza capillare sul territorio, tanti soldi, tutte cose che non interessano certo alla Presidenza del consiglio o ai ministeri competenti. Meglio commissionare uno spot, magari con l’orgoglio di aver risparmiato qualche centinaio di euro riciclando immagini dell’archivio Rai, guardarselo in prima serata su Raiuno e andare a letto tranquilli, pensando di aver fatto il proprio dovere.
Se poi i turisti non accolgono l’invito a tornare in Umbria, Marche, Lazio ed Abruzzo, beh, allora, la colpa è loro.