Un picnic davanti alla sede di Unicredit in via Gramsci a Sesto Fiorentino per sensibilizzare sulla vertenza Richard Ginori. E’ l’iniziativa ‘Il lavoro nutre la città’, organizzata dai sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, Cobas e Rsu e che si svolgerà venerdì 21 aprile dalle 12 alle 14, orario in cui i lavoratori della fabbrica di porcellane saranno in sciopero: la sede della banca è a due passi dall’azienda.

«Il credito non sia ostacolo allo sviluppo civile» I sindacati spiegano che sarà un vero e proprio pic-nic con porchetta, baccelli e pecorino offerti alla cittadinanza sestese e fiorentina, al quale è prevista la partecipazione di Paolo Maddalena, vicepresidente emerito della Corte Costituzionale, di Tomaso Montanari (Libertà e Giustizia) e di Silvano Sarti, presidente onorario Anpi Firenze. «Da quando abbiamo lanciato la petizione online su change.org per il rilancio della manifattura, sottoscritta da oltre 1.800 persone – spiegano le Rsu -, da una parte abbiamo ottenuto l’impegno del Ministero ad acquisire il museo di Doccia ma dall’altra, purtroppo, ancora nulla si muove per quanto concerne l’acquisto dei terreni limitrofi al museo da parte dell’azienda Ginori. L’acquisto di questi terreni su cui sorge la fabbrica da parte di Richard Ginori è condizione indispensabile perché l’azienda non decida di trasferirsi da Sesto Fiorentino. Per quanto ne sappiamo, le banche che possiedono il terreno, cioè Unicredit, Bnl, Popolare di Vicenza, dopo due anni di trattative che sembravano preludere ad un accordo con la proprietà Ginori hanno parzialmente ceduto il credito ad un altro istituto bancario, che si è ripresentato al tavolo facendo ripartire da capo la trattativa e immaginando di realizzare rilevanti plusvalenze. Chiediamo all’azienda di continuare la trattativa per acquisire il terreno e realizzare gli investimenti nello stabilimento, e alla finanza di non perdere l’occasione di dimostrare che il credito non è un ostacolo allo sviluppo civile ed economico del territorio». «I lavoratori – proseguono le Rsu – sono in contratto di solidarietà con buste paga anche sotto i 1000 euro mensili. La non permanenza della Ginori nell’area adiacente al museo rischia di vanificare gli sforzi del ministero per riaprirlo e di mettere a repentaglio 280 posti di lavoro, oltre a sfregiare la cittadinanza di Sesto Fiorentino sottraendogli un simbolo della sua storia. In quell’area devono prosperare i valori del lavoro, dell’impresa e della cultura, non i valori della speculazione».