Nei fumetti fa “snap” a simulare il rumore prodotto dallo schioccare delle dita. E una “schicchera” in questo caso accompagna una rivelazione, un’idea che ti balena nella testa e che fa quadrare qualcosa che prima non quadrava; una sorta di «eureka!» o con più semplicità un «finalmente!».
Certo, applicato alla politica italiana, e ancor più a quella toscana e senese, questo concetto di schicchera parrebbe essere il preludio ad un blog piuttosto silente: tante cose accadono, tante vicende si affastellano, dichiarazioni a iosa, e interpretazioni a non finire, ma trovare il bandolo della matassa appare un’impresa fallimentare. Più quadri il cerchio e più quello all’improvviso sembra riprendere la propria curva che lo conduce ogni volta in una direzione diversa, o magari, chissà, sempre verso la stessa ma ai più ancora sconosciuta. Comunque se ormai da millenni uno come Achille cerca di raggiungere la tartaruga senza mai raggiungerla, e non per questo si mortifica e smette di correre, beh perché dovremmo farlo noi? In fin dei conti il senso sta proprio nella corsa stessa, nell’andare avanti per tentativi e in ogni tentativo, pur nel suo essere vano, capire o sedimentare qualcosa di nuovo. La Sinistra – tanto per chiarire en passant dove ci troviamo con questo blog – ha fatto sempre questo nella storia, salvo qualche salto rivoluzionario dagli esiti complicati: rincorrere il progresso e l’uguaglianza tra gli uomini, senza mai raggiungerli davvero… per il momento. E in quel “per il momento” trovare il senso del provarci ancora.
Ma un blog politico può anche limitarsi a schioccare le dita per battere il tempo delle cose, a scandire il ritmo degli eventi o, con un po’ di ambizione in più, a fare da metronomo di un dibattito che prima era solo in fieri e che attraverso di esso finisce invece nell’attualità, sul tavolo del confronto politico. Certo qualcuno penserà che la schicchera te la possono anche dare in testa, e allora fa male. Ma in realtà fa male solo pochi secondi, e alla fine la riconosci come un amichevole sprone a risvegliarti da un momentaneo torpore, o dalla distrazione prodotta dalla massa degli eventi e delle informazioni. Un colpetto fastidioso, che però ti rimette, almeno per un po’, al centro degli eventi, riportando l’attenzione sull’essenzialità delle questioni, ripulite dalla buccia di chiacchiere e di falsi problemi che sta loro intorno.
Questo ho pensato quando Michele Taddei ha proposto a me, militante PD, anzi in fondo dirigente PD, essendo membro di varie assemblee e direzioni tra le quali quella Nazionale (dico “in fondo” perché, per vari motivi che non sto qui ad elencare, non mi sento proprio uno che in questo momento stia dando la direzione…), ma anche appassionato di giornalismo, di tenere un blog all’interno di questa testata. E questo ho pensato quando mi ha chiesto di dargli un nome.