maggio musicale fiorentino«Mi auguro che si mettano da parte le rotture e gli scontri, anche perché l’impegno che avevo assunto personalmente di verificare al ministero la garanzia della riassunzione di tutti i lavoratori in esubero ha confermato che abbiamo persone che non perderanno il lavoro». Così il sindaco di Firenze, Dario Nardella tornando a margine di una conferenza stampa sul caso dei 28 licenziamenti al teatro Maggio musicale. Il vertice di giovedì scorso, l’ultimo prima dell’avvio della procedura, si e’ concluso con un nulla di fatto fra il sovrintendente Francesco Bianchi e i sindacati, i quali si preparano a nuove forme di mobilitazione.

Nardella sulla crisi del Maggio Il sindaco, però, ora frena gli spiriti più barricadieri. Dal momento che non solo i 28 dipendenti in esubero non resteranno per strada, «ma anzi avranno un’assunzione a tempo indeterminato da un ente pubblico invece che in un ente di diritto privato come con la fondazione del Maggio fiorentino». In effetti, il punto fisso e’ che gli esuberi saranno riassorbiti dalla società pubblica Ales. Pertanto, avverte: «Credo che coi tempi che corrono sia difficile poter chiedere di più, perché nessuno perde il lavoro ma anzi tutti vengono assunti da un ente pubblico e, quindi, con grande e piena certezza. Da parte mia- ha aggiunto Nardella– c’è la disponibilità a lavorare, ma bisogna tutti remare nella direzione del Maggio musicale fiorentino».

Il confronto con i sindacati Nel frattempo la Fondazione del Maggio musicale fiorentino fa sapere di stare lavorando a «un’azione di incentivazione a favore di coloro che non si oppongono alla ricollocazione in Ales, che prevede una somma una tantum di 12mila euro per le risorse full time e di 6000 euro per le risorse part-time, in aggiunta alla monetizzazione del mancato preavviso. Il mancato accordo con i sindacati, come previsto dalla legge, è costato ai lavoratori 3000 euro ciascuno di buonuscita: somma che la Fondazione avrebbe destinato ad incrementare gli importi una tantum di cui sopra a favore di ogni singola risorsa ricollocata». I sindacati però rispondono con la convocazione di uno sciopero. Sul Maggio «non siamo disposti a mollare rispetto a questo scenario, perché sono in gioco oltre 300 posti di lavoro, un’eccellenza nel mondo, una dignitàper quanto riguarda la cultura che non può essere calpestata. Quindi, faremo lotte sostanziali a partire dallo sciopero del 3 febbraio», annuncia nel corso di una conferenza stampa il segretario di Cisl Firenze, Roberto Pistonina, rispondendo ai giornalisti in merito all’avvio dei 28 licenziamenti del teatro Maggio musicale. Non è stata trovata una soluzione fra i sindacati e il sovrintendente, Francesco Bianchi sul nodo della riorganizzazione del teatro e della conseguente riduzione del personale. Un’azione, questa, difesa dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, ma che ha mandato su tutte le furie Cgil e Cisl che, adesso, passano alla mobilitazione. Anche a costo di far saltare il 3 febbraio l’ultima replica del Faust.