Nell’Italia della recessione e della spending review non tutto è andato male. Così, dieci città hanno retto meglio delle altre alla crisi su un panel di indicatori come l’occupazione, la tenuta del sistema formativo e dei livelli di istruzione individuati da un’inchiesta del Sole 24 Ore, in edicola oggi. Il periodo analizzato è il settennato 2007-2013 e si inserisce in un quadro generale di ampliamento del solco fra Settentrione e Mezzogiorno, con un raddoppio del tasso di disoccupazione, schizzato su base italiana al 12,2% e con una decisa rincorsa al risparmio per cautelarsi dal peggioramento della propria condizione sociale. In questo contesto, il territorio più brillante è Vicenza, seguita da Bolzano e Modena, esempi di virtuosità insieme a Prato, la città tessile che pure è stata martoriata da uno stato di crisi peculiare legato al distretto.
La maglia nera di Grosseto Maglie nere, invece, in questa classifica stilata dal quotidiano economico, sono toccate a Viterbo e Latina, seguite a breve distanza da Grosseto. Cosa ha determinato un simile responso in un clima generale che, ad ogni modo, da nord a sud viene vissuto di generale sofferenza? Il Sole 24 Ore è andato a vedere l’intensità della crisi su dieci indicatori: disoccupazione, depositi in banca, prestiti, valore degli immobili, quantità dei rifiuti prodotti, numero di laureati, spesa per i medicinali, reddito pro-capite, immatricolazioni di auto, acquisto di beni durevoli. Sono le ‘spie’ del deterioramento complessivo dell’economia, manifestato in maniera sintomatica da un netto innalzamento delle persone in cerca di occupazione e dalla flessione della propensione ad indebitarsi.
Prato brilla per laureati Venendo ai dati disaggregati, Modena deve molta della sua ‘fortuna’ al volume dei prestiti personali, cresciuto mediamente da 12.554 a 15.401 euro. Migliore performance a livello nazionale, in netta controtendenza coi timori diffusi del manifestarsi di un credit crunch nel Belpaese. Nell’indicatore della disoccupazione, invece, brilla la seconda piazza di Prato. Il tasso di persone alla ricerca di un posto di lavoro è lievitato fra il 2008 e il 2013 dal 5,1 al 5,6%, dimostrando un’ottima capacità di assorbimento dei processi di trasformazione del distretto anche per merito del contributo dell’operosa comunità cinese, che presidia il segmento dei pronto moda. Prato si conquista un significativo quarto posto anche per il numero dei laureati in rapporto a mille giovani (con un trend positivo da 42,91 a 53,86). La città tessile entra nella top ten del consumo dei farmaci, la spesa pro-capite è cresciuta dai 371,5 euro del 2009 ai 388,7 del 2013. Mentre, l’altro case history positivo di resistenza alla depressione del 2007-13, Modena, ha mostrato grande vitalità nella produzione di rifiuti (7° piazzamento), aumentati da 624,7 tonnellate del 2009 a 659,5 del 2012. Venendo a chi è stato piegato con maggiore facilità dai venti della grande contrazione economica, Latina ha conosciuto una caduta, quasi a livelli spagnoli, dei valori immobiliari. Il prezzo delle case al metroquadro si è ridotto dai 1.950 euro del 2007 ai 1.400 euro del 2013. Un fosco primato, condiviso con Ascoli Piceno. E ha fatto registrare la terza peggiore performance per andamento del reddito pro-capite, assottigliatosi dai 21.818 euro ai 18.791 euro annui, fra il 2007 e il 2013