IMMIGRAZIONESe n’è andato questa mattina all’alba con i suoi soli quattro mesi. Affetto da una rara patologia sin dalla nascita, il piccolo è deceduto all’ospedale Misericordia di Grosseto, dove i medici lo hanno preso in cura da subito, senza mai poter venire a capo del problema. Figlio di una richiedente asilo ospitata in una delle strutture della Rugginosa, dove era arrivata già incinta dai suoi tribolati viaggi per sfuggire alle guerre che si consumano in Africa, il neonato era affetto da osteogenesi imperfetta, conosciuta come “sindrome delle ossa di cristallo”: una diagnosi che sin dal primo momento ha ridotto notevolmente l’aspettativa di vita del piccolo. «I professionisti dell’azienda sanitaria Usl Toscana sud est avevano avviato una serie di percorsi per migliorare le condizioni del bambino, anche se l’esito della patologia riscontrata era incontrovertibile» spiegano dal Coeso, il soggetto che gestisce il centro d’accoglienza, dove ora tutti gli operatori sono stretti attorno alla madre.

Operatori vicini alla madre «La madre del bambino era arrivata nella nostra struttura della Rugginosa incinta – spiegano – e la decisione di far nascere il bambino nella nostra terra ci aveva emozionato». La Rugginosa è il punto in cui i richiedenti asilo arrivano in Maremma: qui vengono controllati e ripartiti tra i vari centri d’accoglienza presenti in provincia. Il personale insomma ne ha visti molti di esuli, a centinaia, e l’idea che una di loro volesse far nascere qui il proprio figlio è stata interpretata come un simbolo di speranza e integrazione futura. Ma la diagnosi di una patologia tanto rara quanto grave, arrivata poco prima del parto, aveva fatto intendere che l’emozione sarebbe potuta diventare ben presto un enorme dolore. E così è stato, quando questa mattina il cuore del bambino ha smesso di lottare. «Alla madre vanno le nostre più sentite condoglianze – dice il direttore del Coeso SdS Fabrizio Boldrini – Ci auguriamo che l’affetto degli operatori e della comunità aiutino la madre ad affrontare questo momento di grandissimo dolore». Boldrini rivolge un pensiero anche ai medici che hanno seguito il piccolo. «Ai medici dell’azienda sanitaria, che hanno seguito la gravidanza della madre e il bambino sin dalla nascita e hanno tentato tutte le strade per garantire una sopravvivenza dignitosa al piccolo, al suo pediatra di libera scelta e agli operatori della cooperativa che ha seguito la situazione, facendosi carico di una serie di impegni legati alla particolare assistenza di cui necessitava il bambino – conclude il direttore – il nostro ringraziamento, per la professionalità e la dedizione dimostra in questi mesi».