La seconda tappa della procedura di infrazione che la Commissione europea ha recapitato al governo italiano per la vicenda delle quote latte, e quindi per la violazione dei trattati comunitari – dichiara il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso – , conferma il prolungarsi di una vicenda ormai divenuta grottesca e ridicola. Lo splafonamento delle quote latte da parte di alcuni allevatori italiani richiede l’immediato recupero di 1,395 miliardi di euro, e soprattutto – prosegue Tiso –, l’assunzione di responsabilità da parte del governo e del ministero su di una vicenda che mette in seria difficoltà la moralità in un settore che continua a vedere premiati gli agricoltori che non rispettano le leggi a scapito dei tanti che lo fanno. Un altro aspetto messo in rilievo dalla Commissione europea e che invece viene ancora una volta sottovalutato – prosegue Tiso – è la distorsione nel mercato dei lattieri che questo splafonamento ha provocato dal 1995 al 2009. E’ il momento – conclude Tiso –, anche a seguito delle continue promesse di cambiamento, che l’esecutivo si faccia carico dei suoi impegni e imponga finalmente il presidio della legalità sugli interessi egoistici e particolari che da anni dominano l’agricoltura e la società italiana.

CIA -Quote latte: la decisione Ue non è una sorpresa. La vicenda andava chiusa da tempo. Ora si rischia un grave danno – L’azione di pochi disonesti rischia di provocare un danno enorme alla nostra economia e all’agricoltura, penalizzando oltretutto chi ha rispettato le regole e si è attenuto alla legge. Bisogna quindi affrontare al più presto il problema e cercare una soluzione valida che eviti un nuovo oneroso esborso per il Paese. Così la Cia-Confederazione italiana agricoltori commenta il procedimento della Commissione Ue che esorta l’Italia a regolarizzare la pendenza di circa 1,4 miliardi di euro, frutto dello splafonamento delle quote latte da parte dei produttori del nostro Paese nel periodo 1995/2009. È un problema che la Cia aveva più volte denunciato, anche con iniziative di piazze, in difesa dei produttori di latte che hanno operato attenendosi alle disposizioni legislative sia europee che nazionali. Ora il nodo, come era prevedibile, è venuto al pettine e rischiamo l’infrazione nei confronti dell’Ue. Ci sono gravi responsabilità -afferma la Cia- da parte di chi all’epoca ha gestito la vicenda che adesso rischia di aggravare la già difficile situazione economica e quella della nostra agricoltura.
La Cia ha sempre sostenuto che l’annosa vicenda delle quote latte andava chiusa una volta per tutte e, invece, non si è deciso nulla, anzi si è cercato di coprire chi non ha avuto rispetto delle regole.
L’odierna richiesta dell’Ue non è, dunque, una sorpresa. La Cia ritiene che sia giunto il momento non più rinviabile che il governo trovi una soluzione definitiva alla vicenda. Tra l’altro, in ben due occasioni, nel corso degli anni, è stata data l’opportunità ai produttori di sanare la loro posizione, attraverso rateizzazioni e facilitazioni. Il problema è ancora aperto perché alcuni si sono messi in regola, altri hanno continuato a non pagare.

CONFAGRICOLTURA – Quote latte, Guidi: “Responsabilità gravissime di splafonatori ma anche di politica e istituzioni. Bisogna smettere di legiferare contro Europa” – “Troppo spesso, negli anni, la gestione titubante ed incerta, a livello nazionale, di regole europee, invece chiare, ha consentito ad uno sparuto gruppo di produttori di latte (circa 700 su di un panorama complessivo di 30 mila stalle, ma che all’epoca erano 60 mila) di ignorare le norme europee, costringendo la Commissione a dar corso a procedure d’infrazione nei confronti del nostro Paese. E obbligando, tra l’altro, gli allevatori ad operare in un mercato quantitativamente drogato da produzioni ottenute al di fuori delle norme. Oggi viene presentato il conto finale, salato, a tutto il Paese”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, intervenendo a Cuneo all’assemblea degli agricoltori, in relazione all’annosa questione del recupero dei prelievi arretrati sulle quote latte, costata circa 4,5 miliardi di euro. “Abbiamo sempre stigmatizzato questa situazione e siamo scesi in piazza, spesso da soli – ha osservato Mario Guidi – . Ci sono responsabilità gravissime della politica e delle istituzioni e non solo sul fronte del latte. Sono ben 114 le procedure di infrazione (e le sanzioni) mosse dall’Unione europea all’Italia. Più in dettaglio, 21 attengono all’ambiente, 16 al settore dei trasporti, 13 al fisco vessatorio e alle dogane, 7 al lavoro e 5 alla giustizia e non poche di esse, direttamente o indirettamente, riguardano il settore agricolo”. “Bisogna smettere – ha concluso il presidente di Confagricoltura – di legiferare al di fuori o contro l’Europa, a effettuare, come nel caso dell’etichettatura, forzature nazionali che poi rimangono lettera morta e che si tramutano in ulteriori procedure di infrazione ed inadempienze a carico dell’Italia. E’ un modo questo che fa perdere credibilità al Paese e che danneggia tutti, agricoltori e cittadini”.

MIPAAF, QUOTE LATTE: MASSIMO IMPEGNO PER EVITARE PENALIZZAZIONI ITALIA – Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che, in relazione al parere motivato adottato oggi dalla Commissione europea nei confronti del nostro Paese, per il ritardo e l’inefficienza nel recupero dei prelievi dovuti dagli allevatori per il superamento delle quote latte, l’Amministrazione continuerà nel suo impegno per assicurare il recupero dei prelievi dovuti in modo di evitare ogni forma di penalizzazione per l’Italia. Si precisa che il ritardo nel recupero dei prelievi è stato causato essenzialmente dai numerosi ricorsi presentati dai debitori e che l’Amministrazione aveva già accelerato la definizione dei procedimenti giurisdizionali, a seguito dell’apertura del progetto pilota avviato nel 2010 e dal quale deriva il parere motivato della Commissione Ue. Le somme non recuperate ammontano a circa 1,4 miliardi di euro, di cui 597 milioni non ancora esigibili per sospensive giurisdizionali e 795 milioni esigibili. L’Agenzia per le erogazioni in agricoltura – AGEA – procederà al più presto a consegnare alla Guardia di Finanza le cartelle esattoriali da notificare.