Sicuro no, mai. Anzi, a Siena abbiamo un detto, molto popolare, «Sicuro morì ai ponticini» (che un mio compagno di classe del liceo provò a spiegare a due studentesse americane, lasciandole interdette: Sure died at the Little Bridges).
Ma fiducioso sì: il progetto Destination Florence avrà successo. Perché il Comune di Firenze ci crede, nel senso che ci mette dei soldi veri, e perché il soggetto attuatore – il Convention Bureau – ha dimostrato in questi anni di saper lavorare bene e raccogliere successi a livello internazionale. Comunque una bella responsabilità, visto che, stando agli ultimi dati pubblicati dal Centro Studi Turistici, il capoluogo nel 2016 ha realizzato da solo oltre 9 milioni di pernottamenti, che sfondano quota 14 milioni se si prende in considerazione l’area vasta della città metropolitana.
Ma proprio perché ho fiducia nella serietà del progetto, avrei suggerito una minore enfasi nella presentazione avvenuta qualche giorno fa, anche se capisco la volontà e la tentazione irresistibile per qualsiasi amministratore di incassare subito il dividendo politico e di conquistare fiducia e consensi non solo fra gli operatori, che già ben conoscono il lavoro del Convention Bureau, ma anche fra i cittadini/elettori.
Perché per ora è tutto da costruire e il vero esame di maturità si potrà fare fra due anni e mezzo, ovvero nell’estate 2019. Il sito di Destination Florence, se sarà rispettato quanto annunciato, andrà infatti online nel mese di luglio 2017 e dunque dovrebbe cominciare a lavorare veramente sul piano della promozione e della commercializzazione a partire da ottobre di quest’anno. Credo sia inevitabile prevedere un primo anno di assestamento e di modifiche sia tecniche, sia di contenuto, e dunque poter arrivare in maniera molto più efficace all’autunno 2018 per impostare una politica di destinazione turistica, che dia pieni frutti nell’estate e nell’autunno 2019.
E’ sempre bene non lasciarsi prendere la mano dagli effetti-annuncio: leggendo certi articoli sembrava che Destination Florence fosse già operativo e di successo soltanto perché era stato presentato, quando invece siamo ancora ben lontani dallo sparo dello starter.
Sarebbe invece interessante – questo sì, senza aspettare due anni e mezzo – se altre destinazioni turistiche di qualità, in Toscana e altrove, seguissero l’esempio di Firenze e dividessero così bene il lavoro da fare fra amministrazione pubblica e soggetto tecnico esecutore.