13168_BK 1Si terrà venerdì 27 gennaio al Tribunale di Livorno l’udienza preliminare a seguito del rinvio a giudizio che la locale Procura della Repubblica ha richiesto nei confronti di 12 persone (di cui 9 livornesi e 3 residenti a Rosignano Marittimo, Pistoia e Viareggio), ritenute responsabili, a vario titolo e in concorso tra loro, di fatti di bancarotta fraudolenta patrimoniale e societaria, commessi nella gestione del Basket Livorno srl., società sportiva impegnata, fino al 2009, nei campionati di pallacanestro di serie A1 (sei stagioni, dal 2001 al 2007) e serie A2. 

13168_BK 2Il fallimento del Basket Livorno La società, posta in liquidazione il 7 ottobre 2009, è stata dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Livorno del 20 maggio 2014, su richiesta della stessa Procura della Repubblica, a seguito di una situazione debitoria rilevata di oltre 2,8 milioni di euro nonché degli esiti delle iniziali investigazioni condotte dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Livorno, coordinati dal sostituto procuratore Massimo Mannucci. In sintesi, dalle indagini sviluppate dal nucleo di Polizia tributaria tra il 2013 ed i primi mesi del 2016, principalmente attraverso l’analisi della documentazione contabile ed extracontabile e l’acquisizione di informazioni da persone informate sui fatti, sono emerse una serie di condotte, ritenute illecite, portate avanti nell’arco di sette anni – tra il 2007 e il 2013 – da 5 membri del cda pro tempore del Basket Livorno (tra cui l’ex assessore al bilancio dell’epoca del Comune di Livorno, Fabio Del Nista), con il fattivo contributo di 6 membri del collegio sindacale dell’epoca (commercialisti e revisori contabili) e il liquidatore della società, Annalisa Mazzola.  (Il 30 giugno scorso Il Tirreno pubblicò i nomi degli altri indagati: leggi)

13168_BK 4Le indagini Secondo quanto riporta una nota della GdF, «il principale obiettivo» era quello «di evitare ai soci esborsi per il ripianamento delle perdite, avviare le procedure di liquidazione o addirittura concorsuali, e rappresentare, in primis alla lega cestistica, una situazione economica più rosea del previsto, per assicurare ogni anno l’iscrizione al campionato di basket della società sportiva». I primi fatti illeciti ricostruiti risalgono all’approvazione del bilancio d’esercizio 2006/2007 nel quale viene riportata una perdita ufficiale di circa 272mila euro, a fronte di una perdita che si ritiene dovesse essere di almeno 780mila euro. Analoghi fatti di bancarotta fraudolenta societaria, che hanno ulteriormente aggravato il dissesto, sono stati riscontrati nel successivo bilancio d’esercizio del 2007/2008, con l’occultamento di una perdita reale di oltre 1,1 milione euro, in luogo di quella esposta ed approvata dall’assemblea dei soci il 15 dicembre 2008, pari a circa 383mila euro. La perdita è stata ridotta mediante l’appostamento in bilancio di due fatture false per complessivi 400mila euro (anch’esse emesse nei confronti di soggetti terzi inconsapevoli) nonché con l’iscrizione di una fittizia posta attiva di 360mila euro riconducibile a presunte “fatture da emettere”. Tante le operazioni finite sotto la lente della Procura. Parallelamente, sotto il profilo fiscale, è stata constatata nei confronti della società l’omessa dichiarazione dei redditi per l’ultima annualità operativa 2008/2009 nonché Iva evasa per 170mila euro.