Atomi che cadono nel vuoto invece di piume e palle di cannone gettati dalla torre di Pisa: l’esperimento della caduta dei gravi, con il quale Galileo dimostrò che corpi dal peso diverso cadono con la stessa velocità è stato riprodotto con atomi di peso diverso e parla il linguaggio della fisica quantistica. È accaduto nell’esperimento condotto dalla sezione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) dell’Università di Firenze.
La ricerca Il risultato, pubblicato sulla rivista Physical Review Letters a 450 anni dalla nascita di Galileo Galilei, conferma anche il principio di equivalenza contenuto nella teoria della relatività generale di Albert Einstein. «Sono esperimenti concettualmente simili, anche se nella pratica molto diversi», ha osservato Guglielmo Tino della sezione Infn dell’Università di Firenze e coordinatore dell’esperimento Magia (Misura Accurata di G mediante Interferometria Atomica). È lo stesso esperimento che recentemente ha prodotto la misura più accurata della costante gravitazionale prevista da Isaac Newton. «Abbiamo utilizzato due atomi di stronzio di tipo diverso. Uno dei quali ha un neutrone in più nel nucleo ed è quindi più pesante, ma entrambi cadono allo stesso modo – prosegue -. Gli atomi sono stati fatti cadere nel vuoto all’interno di un interferometro atomico e il risultato conferma il principio di equivalenza di Einstein, costringendo a rivedere le teorie secondo cui le diverse proprietà di spin degli atomi hanno effetti diversi sull’interazione con la gravità».