«Credo che noi dormiamo su un vulcano; ne sono profondamente convinto», diceva rivolto alla Camera dei deputati francesi Alexis de Tocqueville all’indomani delle rivolte del 1848 che misero a ferro e fuoco l’Europa. Facendo le dovute proporzioni s’intende, anche a Siena sembra di stare seduti sul cratere di un vulcano che sta per esplodere e le scosse di terremoto percepite chiaramente la notte scorsa potrebbero esserne i chiari segnali.
Quella che si apre, infatti, non è una settimana qualunque. Potrebbe essere la fine ed anche il principio di qualcosa di assolutamente nuovo per la città. Gli appuntamenti in calendario, alcuni istituzionali, altri politici, altri giudiziari potrebbero rivoluzionarne gli equilibri. È, infatti, finita la fase dell’aumento di capitale di banca Mps andato a buon fine con buona gloria degli amministratori Profumo e Viola, sono finiti i play off per il campionato conclusi con la sconfitta onorevole per la Mens Sana, è passato il Palio con la vittoria del Drago. Dunque, ci sono ora tutte le condizioni perché l’apparente quiete estiva si trasformi in tempesta perfetta. Proviamo a fare qualche esempio.
In Comune, da settimane si vocifera di cambi all’interno della maggioranza e nelle ultime ore addirittura di cambi di maggioranza. Giovedì 10 è convocato il Consiglio Comunale per il voto sul bilancio preventivo che tanto ha fatto discutere. Ma è anche la giornata in cui a Salerno si terrà l’udienza preliminare per discutere la richiesta di rinvio a giudizio a carico dell’ex presidente di Mps, Giuseppe Mussari, dell’ex sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, e dell’ex presidente della commissione Finanze della Camera, Paolo Del Mese. Un rinvio a giudizio per i due senesi avrebbe non pochi contraccolpi in città. E magari ad incendiare il clima potrebbe esserci anche l’inchiesta che coinvolge Ferdinando Minucci e la “sua” Mens Sana che, dopo l’interrogatorio del 30 maggio che ne ha determinato la revoca dai domiciliari, potrebbe portare a qualche iniziativa clamorosa. Staremo a vedere.
Per rimanere alla politica, i maggiori problemi al momento sembra averli Bruno Valentini tra il proseguire la rivoluzione dolce o decretarne la fine. Dalla sua ha l’esperienza del grande camminatore e ciclista: non lo spaventano le distanze né l’asprezza del cammino e sa che – qualunque sia la tappa – l’arrivo sarà sempre a Roma o a Santiago.
In questi giorni però, pare chiamato a scegliere lui il percorso da intraprendere e ad uno scatto, di reni e d’orgoglio. Perché si potrebbe trovare di fronte ad un bivio, determinante per il proseguimento del suo cammino e della sua esperienza amministrativa alla guida della città. Il Consiglio Comunale di giovedì 10 – dopo il discusso rinvio del 26 giugno, che accettò dopo l’inaspettato e ultimativo diktat del Pd di Mugnaioli e Persi – dovrà approvare il bilancio previsionale 2014, mentre lunedì 14 sarebbe stata convocata (a distanza di oltre sei mesi dall’ultima convocazione) l’Assemblea comunale del Pd senese. A meno che non si tratti dell’ennesima manovra diversiva, potrebbe essere il momento della discussione vera, e attesa, tra i democratici senesi.
Vedremo se prevarrà l’anima più legata all’ex sindaco Ceccuzzi o quella più dialogante. Di certo non piace il modo “dirigista” di condurre i lavori nel e del gruppo Pd in consiglio comunale, che sta provocando molti malumori nel gruppo stesso, per larga parte spiazzato e contrariato dalla improvvisa conferenza stampa con cui Carolina Persi annunciava la richiesta di rinvio del Bilancio, a meno di 24 ore dal Consiglio convocato appositamente. Una manovra apparsa il riflesso di quanto accaduto nell’aprile del 2012, e che ha trasformato le “vittime” di allora in potenziali carnefici oggi. Una manovra che ha provocato tuttavia un effetto boomerang nella Città, non più propensa a tollerare queste modalità di lotta politica. Anche perché è apparsa evidente a condizionare le prossime nomine di Deputazione Amministratrice e Presidente della Fondazione Monte dei Paschi. Su questo punto una parola definitiva l’hanno messa il segretario regionale Pd, Dario Parrini, e quello provinciale, Niccolò Guicciardini. I due, capiremo poi se sono “uomini d’onore” come nella celebre orazione di Marco Antonio nel Giulio Cesare di Shakespeare, hanno assicurato che il bilancio si approverà. Amen.
A mettere il sindaco Valentini ad un bivio è allora la richiesta di procedere ad un rimpasto nella sua giunta: rimpasto che alcuni vogliono legare ad un riequilibrio tra le correnti del Pd, con l’ingresso di un o una cuperliana (per quanto appaia strano che alfiere di questo cambio sia il “renziano” on.le Luigi Dallai), sebbene a giudicare dai nomi circolati (Mugnaioli, Cresti, Petti) sembri slegato da logiche politiche di carattere nazionale. Ma la partita non è solo per le poltrone in Fondazione e in Giunta, altre sono le caselle, da riempire nei prossimi giorni, che interessano: Estra, Siena Casa (e qui si parla di un nome già pronto, ben conosciuto), Santa Maria della Scala e il futuro assetto della nuova Provincia di stampo renziano.
Un ruolo da protagonista vuole giocarlo il segretario comunale del Pd, Alessandro Mugnaioli, che prima dovrebbe spiegare come il Pd a Siena sia passato dai 15.000 voti delle Europee ai poco più di 1.000 racimolati alle Consulte, e perchè sta attuando una costante opera di critica e logoramento nei confronti del Sindaco Valentini e una simmetrica assenza dal dibattito su alcuni temi centrali della vita cittadina (la vicenda dello Stadio, la sorte della Robur e della Mens Sana, l’aumento di capitale di BMPS). Evidentemente i casi di Livorno e Perugia (e la vicina Colle) non insegnano nulla.
In questo scenario complesso e delicato, Bruno Valentini nei prossimi giorni potrebbe giocarsi la sua corsa futura: riuscirà ad affrancarsi definitivamente dalle pretese di un certo Pd oppure ne rimarrà sotto assedio, decretando che la rivoluzione è finita? Intanto l’aria si fa elettrica in città. «C’è un temporale in arrivo», cantava Jovanotti. Sentite l’elettricità?
Ah, s’io fosse fuoco