Foto Notizie di Prato

Droga per il mercato pratese e per altre località di villeggiatura toscane. Un maxi traffico di sostanze stupefacenti diretto in Toscana è stato stroncato questa mattina dalle Squadre Mobili di Prato e Roma. Cinque le persone arrestate: quattro albanesi (tutti incensurati e in Italia con permesso di soggiorno turistico) per traffico internazionale di stupefacenti, e una italiana, originaria di Roma, per detenzione di munizioni da guerra. Oltre al sequestro di 2 tonnellate di marijuana, infatti, sono stati trovati 537 proiettili calibro 7,62 per kalashnikov proveniente dall’ex Urss, e una pistola.

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Indagini partite a marzo Le indagini partite da Prato hanno permesso di accertare come l’ingentissimo carico di marijuana fosse appena giunto via mare dall’Albania, trasportato con un gommone sbarcato sulla costa pugliese nelle vicinanze di Barletta. Da qui la droga veniva smistata per essere commercializzata in Toscana. Gli uomini della Squadra Mobile pratese monitoravano da marzo l’attività di un gruppo di stranieri (tra i quali gli albanesi arrestati) presenti in città. Uno di loro (un marocchino) aveva noleggiato un furgone che veniva usato solo per brevi spostamenti. Gli agenti si sono insospettiti e hanno chiesto l’autorizzazione di poter installare un gps sotto il furgone.

A Barletta il rifornimento di droga Quando venerdì scorso il mezzo, con alla guida un cittadino albanese, viene spostato, gli uomini della Polizia pratese seguono tutto il viaggio da Prato verso Roma, dove, dopo una sosta a Castelverde,  il viaggio riparte in compagnia di due connazionali alla guida di altri due furgoni, direzione Bari. I tre veicoli si fermano su una spiaggia di Barletta, dove, giunto via mare, c’è ad attenderli il quarto albanese su un gommone con il carico di droga che è stata smistata nei tre furgoni per rientrare a Roma. Qui al casello autostradale di Roma est, sono stati bloccati dagli uomini della squadra mobile di Roma e di Prato. Secondo quanto si apprende dagli inquirenti la droga suddivisa in 440mila dosi avrebbe fruttato circa otto milioni di euro. La successiva perquisizione nell’abitazione di Castelverde dove è avvenuto l’incontro, ha permesso di scoprire le munizioni per kalashnikov, nascoste sotto i sedili dei furgoni che erano stati staccati per far posto alla droga.