«Firenze è un’orchestra dove tutti devono suonare lo stesso spartito». Con questa frase programmatica, quasi una definizione d’intenti del suo mandato, il sindaco di Firenze Dario Nardella ha presentato ‘Prospettiva vegetale’, l’attesa mostra di Giuseppe Penone che riapre la stagione espositiva del Forte Belvedere (fino al 5 ottobre – orario: al Forte tutti i giorni 10-20, chiuso lunedì, a Boboli tutti i giorni 8.15-19.30 – info: 055.217704). Accanto a lui il maestro Penone, tra i protagonisti internazionali dell’Arte Povera, e la Soprintendente al Polo Museale Fiorentino Cristina Acidini. Lo spartito a cui Nardella fa riferimento è infatti quello della collaborazione fra Comune (proprietario del Forte) e Soprintendenza, un accordo che in futuro è destinato a ripetersi e che in questo caso spalanca a fiorentini e turisti le porte di una passeggiata davvero speciale: quella che dal Forte scende fino a Palazzo Pitti attraverso il Giardino di Boboli, anch’esso punteggiato dalle opere del maestro.
Scultura-mondo vegetale in mostra Il progetto è di Sergio Risaliti, che ha curato la mostra insieme alla brava ‘figlia d’arte’ Arabella Natalini, e la scelta di uno scultore come Penone non poteva essere più azzeccata. Già dalla seconda metà degli anni Sessanta, l’artista piemontese (classe 1947) ha infatti centrato la sua ricerca intorno al rapporto uomo-natura, scultura-mondo vegetale, realizzando fra l’altro celebri installazioni nei giardini di Versailles e alla Venaria Reale di Torino. E se le grandi sculture di Henry Moore – che nel 1972 rivelarono al mondo le potenzialità espositive del Forte – si presentavano con figure umane dai volumi potenti e ingombranti, quarant’anni dopo questa mostra si rivela figlia di tutt’altra cultura: ora l’artista si fa quasi piccolo davanti alla bellezza della natura, quasi si nasconde e si integra in essa. Cercando di non farsi troppo notare, comunque di non disturbare.
Legno e bronzo tra arte e natura Dal piazzale, dalle terrazze e dai bastioni del Forte le sculture di Penone si alzano sottili verso il cielo punteggiando il celebre sky-line e si distendono poi lungo le pendici della collina raggiungendo lo spiazzo dell’Anfiteatro e la Grotta del Buontalenti. Ecco dunque i lunghi alberi di legno e bronzo, le ‘Idee di pietra’ o ‘In bilico’, dove grandi macigni si trovano posati come un nido di pietra tra i rami di grandi alberi in bronzo, le ‘Anatomie’ in marmo, la terracotta e i materiali reinventati che punteggiano le opere, gli alberi che crescono in senso contrario e dalle cui radici spunta un ramoscello di olivo. E poi ‘Luce e ombra 2011’, un albero in bronzo con elementi in oro e granito montato un mese fa al centro dell’Anfiteatro, e ‘Biforcazione’, un tronco di bronzo con innestato il calco del braccio destro dell’artista che funge da bacino di scolo per uno zampillo d’acqua. Commenta la Soprintendente Acidini: «A Boboli le opere di Penone vivono una immersione, una compenetrazione nella natura dove gli alberi veri sono quasi fratelli di quelli artificiali. Ma si integrano anche con le opere d’arte sparse nei viali, come le sculture di Giambologna e Danti”». «Il giardino le ha abbracciate – sottolinea ancora con soddisfazione il direttore Matteo Ceriana – e i visitatori quasi non notano la differenza fra le opere permanenti dei viali e le nuove installazioni». L’evento è curato da Once – Extraordinary Events ed è stato realizzato grazie ai proventi del Gioco del Lotto.