giobbe_covatta_1Tanti illustri personaggi hanno letto e commentato la Divina Commedia di Dante Alighieri. Giobbe Covatta ha recentemente reperito in una discarica una versione “apocrifa” della Commedia, scritta da tal Ciro Alighieri. Parte da qui “La divina commediola” che l’attore e scrittore partenopeo porta in scena venerdì 20 gennaio al Teatro delle Arti di Lastra a Signa (ore 21), un reading molto personalizzato e totalmente dedicato ai diritti dei minori.

Tra comicità e tragedia Purtroppo de “La divina commediola” è stato reperito solo l’inferno e non in versione completa. Dopo un attento lavoro di ripristino si può finalmente leggere questo lavoro dimenticato che ha senz’altro affinità ma anche macroscopiche differenze con l’opera dantesca. Intanto l’idioma utilizzato non è derivato dal volgare toscano ma è senz’altro più affine alla poesia napoletana. Si noti poi che il poeta ha immaginato l’inferno come luogo di eterna detenzione, non per i peccatori ma per le loro vittime. E non poteva trovare diversa soluzione, in quanto le vittime sono i bambini ovvero i più deboli, coloro che non hanno ancora cognizione dei loro diritti e non hanno possibilità di difendersi. Così mentre resterà impunito chi ha colpito con le sue nefande azioni dei piccoli innocenti del terzo mondo, il Virgilio immaginato dall’antico poeta lo accompagnerà per bolge popolate da bambini depauperati per sempre di un loro diritto, di qualcosa che nessuno potrà mai restituirgli. I contenuti e il commento sono spassosi e divertenti, ma come sempre accade negli spettacoli del comico napoletano, i temi sono seri e spesso drammatici.