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Foto L’Espresso

Via da Siena in circostanze misteriose già da 100 anni, un prezioso pezzo di storia della città del Palio viene battuto all’asta a Londra e si allontana definitivamente dall’Italia, privata ancora una volta di un suo inestimabile capolavoro. Ma “ai piani alti” c’è già chi sta cercando di recuperare la grave perdita per il patrimonio nazionale. E’ quanto accaduto, secondo il settimanale L’Espresso, lo scorso dicembre quando la biccherna di Siena del Maestro dell’Osservanza viene battuto all’asta da Sotheby’s «per un milione e 632mila euro a un compratore di cui non è dato sapere nome e provenienza – si legge sul sito del settimanale – . È una transazione record, anche per la casa d’aste, che ne vanta infatti il risultato il giorno dopo».

Un pezzo di storia che se ne va La preziosa biccherna risale al 1441 quando il ministero dell’Economia e delle Finanze «all’epoca “Gabella generale” commissiona a un artista la copertina del bilancio statale. È una tradizione che prosegue già da secoli, e continuerà per secoli – si legge ancora -: il registro (rigoroso e dettagliato, allora) delle entrate e delle uscite della Repubblica viene rilegato a una ‘copertina’ di legno dipinta, preziosa, per esser custodito così negli archivi».

Avvocatura di Stato in campo per il recupero Secondo la Direzione generale Archivi del ministero dei Beni culturali, però, la vendita non sarebbe dovuta venire. «Perché le copertine degli archivi senesi, le “biccherne” e le “gabelle”, tutte, sono da «sempre considerate parte integrante degli archivi statali», e quindi sono beni «demaniali», «di natura pubblica» il cui «diritto di proprietà spetta allo Stato», in modo «imprescrittibile», che non decade cioè con il tempo – ricorda L’Espresso -. Così si legge nel dossier inviato dal direttore generale Gino Famiglietti all’Avvocatura dello Stato per chiedere di «valutare iniziative per il recupero» del pannello o azioni «per il risarcimento del danno» subito dall’Italia, e dove si parla esplicitamente di una «grave perdita per il patrimonio culturale della nazione». E anche per questo il giorno prima dell’asta, la Direzione ministeriale aveva fatto richiesta di sospendere la vendita della biccherna. Ma per Sotheby’s è tutto regolare «perché – si legge ancora sul settimanale – la tavola fa parte di una collezione tedesca da oltre cento anni, e per questo «non possono esserci dubbi» sulla possibilità del suo proprietario, privato, di metterla all’incanto». Non è dunque dato sapere quale sarà il destino di questo prezioso pezzo di storia di Siena anche se, secondo quanto riferito dall’Avvocatura generale a L’Espresso «la questione resta delicata perché se la tavola è sicuramente frutto di un furto allo Stato, è anche uscita dal paese prima delle norme sulle licenze d’esportazione».

Il tesoro dell’Archivio di Stato di Siena Ai senesi e ai turisti non resta consolarsi ammirando le 105 (delle 136 esistenti) biccherne oggi conservate ed esposte al pubblico nell’Archivio di Stato di Siena. Le altre «sono state acquistate nel tempo – riferisce L’Espresso – o donate nel tempo al museo; altre ancora sono lì depositate dagli eredi dei magistrati dell’epoca: come le undici biccherne della famiglia Piccolomini. Molte infine sono andate perdute».