Era molto attesa ma si è svolta sbrigativamente la lezione di Romano Prodi nella sede di Arezzo dell’Università di Siena. Al centro della lezione “I cambiamenti in corso nell’economia e nella politica dell’Europa e del mondo” in cui il professore ha toccato diversi temi: la crisi economica, la competitività e la coesione dell’eurozona e i rapporti con la Cina, gigante economico in veloce crescita. «Per uscire da questa crisi l’Europa deve investire in una politica di solidarietà comune forte e coesa – ha aperto Prodi – prima l’Europa era un motore a due pistoni: Francia e Germania. Oggi c’è un solo pistone forte nel motore Europa: è la Germania».
I problemi dell’oggi Ribadendo la sua grande ammirazione per la politica economica tedesca, non ha mancato di far notare come sia cambiata la politica in molte nazioni europee, non più caratterizzata da una visione a lungo termine, ma orientata dai problemi della contingenza. «O noi diamo forza alla nostra democrazia, o la democrazia si ritroverà senza futuro». Malgrado l’Italia abbia perso le sue grandi imprese è sbagliato darla economicamente per spacciata: «Attenzione a descrivere l’Italia come un cane perduto, abbiamo ancora la nostra forza»
Europa laboratorio politico «L’Europa ci ha dato risultati sorprendenti – ha proseguito Romano Prodi – oggi lo diamo per scontato ma non era mai successo prima nella storia del vecchio continente che tutti i nostri paesi fossero in pace per ben tre generazioni di fila. Questo è forse il più grande risultato mai raggiunto dalla nostra unione ma dobbiamo fare in modo però che l’Europa non diventi un museo. Non possiamo adagiarci sul nostro glorioso passato. Questo non è sufficiente per affrontare il futuro».
Europa a due velocità. Prodi si è poi soffermato sul futuro dell’Europa. «Il futuro dell’Europa vedrà da un lato la Gran Bretagna, in procinto di referendum sulla permanenza o meno del Paese nell’eurozona, discostarsi dalle politiche solidali degli altri paesi e accontentarsi di vedere l’Europa solamente come un grande mercato comune. Dall’altro la Germania e tutti gli altri Paesi uniti da una ritrovata politica di coesione reciproca». E l’Italia? «Per risollevare le sue sorti in previsione anche della guida del semestre europeo dovrà stringere insieme ai paesi un forte patto di cooperazione. Una piattaforma di ripresa dove fare coagulo con gli altri paesi in difficoltà». Declinata bruscamente una domanda sull’incontro Renzi-Grillo, il professore si è concesso a qualche altro tentativo di dialogo con gli studenti e poi via, tutti di corsa, a vedere la partita Italia-Uruguay. Prodi a casa del Vescovo di Arezzo Mons. Riccardo Fontana e con alcuni selezionati ospiti istituzionali. Insomma, più politica e meno didattica.