Puntuale come il solstizio d’estate, da Cortona arriva l’ennesima conferma: la capacità di fare marketing territoriale, turistico e culturale al massimo consentito dalle attuali condizioni, che permette alla città di mostrarsi in tutta la sua variopinta capacità di seduzione. Dall’archeologia alla fotografia, dal mix intrigante di cultura varia che si sta rivelando il Mix Festival, all’alto antiquariato, Cortona è attrezzata perfettamente. E potrebbe essere la sua ennesima estate sold out, per merito di strategie politiche e imprenditoriali che la città tiene costantemente in manutenzione, a scorno soprattutto del capoluogo di provincia.

I termini dell’accordo E proprio qualche giorno fa, un incontro tra Amministrazione Comunale, Accademia Etrusca e una trentina di operatori turistici ed imprenditori, è servito a fare il punto della situazione e a rilanciare tutte le attività culturali e performative già in programmazione, alla luce di un dato galvanizzante: la mostra “Seduzione Etrusca. Dai segreti di Holkham Hall alle meraviglie del British Museum”, ha superato i 25mila ingressi «un dato assolutamente eccezionale per una mostra archeologica,  superiore anche a quello raggiunto alcuni anni or sono con la mostra del Louvre» ha dichiarato  l’assessore alla cultura del Comune di Cortona Albano Ricci che ha poi annunciato che British Museum e Holkham Hall hanno acconsentito a prolungare l’apertura della mostra fino al 30 settembre. La notizia è veramente eccitante, visto che consentirà di inserire la prestigiosa Cortonantiquaria di fine agosto, settembre in un menu che sancirà il livello di interazione e collaborazione che c’è fra tutti gli “attori”,  in grado di varare un’offerta turistica innovativa ed efficace. E lo sarà di sicuro, perché, ha spiegato l’Assessore Ricci, «sta per iniziare  una straordinaria campagna di comunicazione che sarà legata a tutti gli eventi in programma a Cortona, dal Cortona On The Move, al Cortona Mix Festival fino alla Cortonantiquaria».

un'opera esposta_seduzione etruscaLa mostra Intanto, da subito, a Cortona la mostra che espone  reperti archeologici ma anche dipinti, disegni e preziosi documenti che testimoniano la nascita dell’etruscologia moderna: appunto,   “Seduzione etrusca. Dai segreti di Holkham Hall alle meraviglie del British Museum”. In questa mostra non ci sono solo alcuni straordinari reperti archeologici, spesso esposti per la prima volta in Italia. Altre radici, più giovani, risalgono al XVIII secolo, in questo caso alla pubblicazione a Firenze del De Etruria Regali libri septem di Thomas Dempster: siamo nel 1726 e quello sarà il primo libro a stampa completato da un corredo iconografico delle principali opere etrusche in Italia. La pubblicazione fu dovuta a Lord Thomas Coke, giovane rampollo dell’aristocrazia inglese, appassionato di Tito Livio, costruttore di Holkham Hall e primo conte di Leicester. Thomas, nel suo grand tour, nel 1719 trovò il manoscritto vecchio di quasi un secolo presso un antiquario fiorentino e, come si è detto, lo fece stampare a sue spese. Fu una miccia che fece esplodere la passione per gli Etruschi nel mondo anglosassone, rimbalzando qui in Italia e intrecciandosi con le prime campagne di scavo e l’entusiasmo per i ritrovamenti etruschi ma anche con le attenzioni che gli ultimi granduchi dei Medici dedicarono alla nuova moda culturale. Il tutto coordinato da un referente straordinariamente colto e carismatico come Filippo Buonarroti, discendente di Michelangelo e allora massimo esperto di antichità etrusche nonché ministro ducale. Buonarroti curò la revisione del testo di Dempster, integrandolo con un centinaio di tavole espressamente disegnate o incise che raffiguravano le principali opere etrusche rinvenute sino ad allora in Italia. Fu, oltre che l’inizio dell’etruscologia moderna, anche quello di un sentiment forte e non effimero per gli Etruschi. Grazie ai prestiti dell’attuale Visconte Coke, che qui giungono per la prima volta in Italia, vengono esposte anche le preziose edizioni miniate del Tito Livio acquistate in Francia dal Coke, una selezione dei disegni in cui il giovane “turista” fece riprodurre monumenti e antichità ammirati nei suoi viaggi, infine gli acquarelli e gli oli che acquistò accanitamente e che portò con sè in Inghilterra.

Altre sale, altre rarità Ivolumi e le immagini a ricordare Filippo Buonarroti, le opere etrusche di Casa Buonarroti che Thomas Coke visitò frequentemente, i preziosissimi vasi e i bronzetti delle collezione medicea oggi al Museo Archeologico di Firenze, l’unica copia del manoscritto originale di Thomas Dempster insieme ai disegni preparatori originali e alle matrici in rame realizzati per le tavole integrative dell’edizione a stampa del 1726. La mostra è ospitata nella sede dell’Accademia Etrusca di Cortona: nata nel 1727, quindi la prima Accademia di studi etruschi d’Europa, ebbe tra gli iscritti i maggiori intellettuali del tempo, compresi Montesquieu e Voltaire. A far festa ai preziosi sino ad ora descritti sono arrivati altri ospiti dai maggiori musei: da Firenze l’Arringatore, da Bologna il famoso specchio Patera cospiana, dai Musei Vaticani l’irresistibile Putto Graziani. Sopra tutti questi, per l’unicità del loro viaggio, le quaranta opere etrusche prestate dal British Museum: ci si perde, a rimirare la forza espressiva delle teste in bronzo, la plasticità del bassorilievo noto come Musica per l’aldilà, l’incensiere con forma femminile appoggiata su un tavolo a tre gambe, le urne, il vaso a forma di anatra, la monumentale statua cinerario.

di Giulia Ambrosio