concordiaGrosseto a sostegno di Piombino. Il sindaco Emilio Bonifazi ha accolto formalmente l’appello ricevuto dal “collega” Massimo Giuliani a sottoscrivere il documento sindacale che chiede un segnale forte rispetto ai lavori di smaltimento della vane Concordia, considerando i riflessi che tale scelta avrà per tutto il litorale toscano. «Questa Amministrazione comunale intende manifestare il proprio sostegno al documento – spiega Bonifazi – condividendone i contenuti ed auspicando che la Presidenza del Consiglio dei Ministri possa esprimersi, se del caso positivamente, circa la candidatura del porto di Piombino quale struttura adibita allo smantellamento della Costa Concordia». «Questa vicenda rappresenta infatti un punto chiave per il territorio che ora deve mostrarsi compatto – ha commentato il sindaco Bonifazi – proprio perché è questo litorale ad aver sofferto le conseguenze peggiori di quel tragico incidente e ad essere chiamato in prima linea ad affrontare le diverse emergenze, dai soccorsi immediati, passando per l’ospitalità dei profughi, la concessione di spazi per il processo, fino alla prevenzione antinquinamento sul relitto. Sarebbe quindi profondamente ingiusto – ha proseguito – passare sopra tutte le più logiche considerazioni ambientali e pratiche pur di non garantire a questo stesso territorio quella opportunità di sviluppo che merita».

Gabrielli: «Cittadini di Piombino presi in giro da promesse» Oggi sul futuro della Costa Concordia è tornato a parlare anche Franco Gabrielli  capo della Protezione Civile e Commissario per l’emergenza Concordia. «E’ vero – ha detto –  i cittadini di Piombino sono stati presi in giro: non da Gabrielli ma da chi, in questi due anni, ha fatto solo promesse» «I piombinesi sbagliano ad individuare chi li ha presi in giro – ribadisce Gabrielli – e ci sono almeno due provvedimenti a dimostrarlo». Il primo, spiega, è la delibera del Consiglio dei ministri dell’8 marzo 2013, successiva all’intesa tra il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e l’allora ministro dell’Ambiente Corrado Clini, nella quale si afferma che Piombino, «previa verifica di fattibilità ed economicità sarà il porto di smaltimento del relitto. Quella delibera era già allora inapplicabile – dice Gabrielli – perché non assegnava al Commissario nè gli strumenti nè le risorse necessarie per intervenire. A prendere in giro è stato chi, per sei mesi, ha fatto promesse ma poi ha ottenuto un provvedimento impraticabile». L’altro provvedimento che certifica la «presa in giro di Piombino è il Dl 43 – prosegue Gabrielli – vale a dire quello sulle aree di crisi poi convertito in legge e nel quale rientravano gli interventi per Piombino, con la nomina di Rossi a Commissario. Mai una volta – sottolinea il capo della Protezione Civile – in quel provvedimento viene citata la parola Concordia e mai viene creato il link tra Piombino e la nave. Ma non solo: il senatore Marco Filippi, lo stesso che mi accusa di aver fatto i giochi di qualcun altro, nella sua dichiarazione di voto, non dice una parola sulla Concordia». Dunque la vicenda della nave naufragata al Giglio, da quel momento, «procede parallela a quella di Piombino, la nave da una parte e il porto dall’altra». Si arriva così alla delibera del Cdm del 16 maggio del 2013 con la quale il governo, «che ne ha tutto il diritto, stabilisce che sarà il soggetto privato a presentare il progetto e il pubblico ad approvarlo». Costa sceglie quindi Genova, ritenendo questo progetto più conveniente sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista della fattabilità. «Ogni valutazione verrà fatta nelle sedi opportune, vale a dire la Conferenza dei Servizi dove, tra l’altro, io non deciderò nulla» sostiene Gabrielli.

Rossi: «E’ stata una tragedia, non business» «Se a fine giugno sarà deciso per Genova, allora rispetterò questa decisione e collaborerò. Ci opponiamo però a questo perché pensiamo che la Toscana abbia avuto un ruolo importante fino ad ora. Trovo fuori luogo questo avventarsi sulla nave per farlo diventare un business. Qui siamo davanti a una tragedia e non a un business, e noi toscani lo sappiamo bene». Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. In Toscana, ha aggiunto, «ci siamo fatti carico, in particolare l’isola del Giglio, della presenza di questa nave, facendo controlli e tutto ciò che si poteva. Ora, per una mera questione di carattere ambientale diciamo che se Piombino sarà pronta non c’è ragione perché non si debba portare la Concordia lì»