La collina di San Fabiano e l'Acquedotto vasariano
La collina di San Fabiano e l’Acquedotto vasariano

L’ultimo spazio verde di Arezzo rischia di essere stravolto. L’armonioso profilo della collina di San Fabiano, col prezioso Acquedotto Vasariano, potrebbe cambiare aspetto per sempre. La zona di interesse storico paesaggistico  che tra i suoi tesori, oltre all’Acquedotto, annovera numerose ville antiche e la Torre detta di Gnicche è il teatro di realizzazione del nuovo centro parrocchiale di Santa Croce. L’enorme complesso edilizio, da progetto, comprende edifici di altezza pari a 10 metri e una superficie utile lorda di 3.000 mq: nuova chiesa parrocchiale, casa canonica, uffici parrocchiali, aule catechismo, oratorio per giovani e centro polifunzionale. Il maestoso progetto richiede anche  ingenti opere di urbanizzazione, comprese una rotatoria e una bretella di collegamento che dovrebbe andare a confluire sotto gli Archi dell’Acquedotto Vasariano che potrebbero provocare la chiusura dell’Anello Nord della Città. Buona parte dei campi e delle aree verdi che si trovano tra l’Acquedotto, il Cimitero Monumentale, la zona di Fonte Veneziana e Villa Severi rischiano di essere cancellate.

La Torre di Gnicche

La diatriba Con la variante al Piano Strutturale della UTOE 14 Cappuccini (Unità Territoriale Organica Elementare) approvata  dalla giunta comunale il 30 aprile, in seguito all’istanza presentata il 13 marzo dal parroco di S. Croce Don Francesco Bernardini con l’architetto Mario Maschi, le modifiche autorizzate sono diverse e significative. Secondo il  vecchio Piano Strutturale la zona è considerata di tipo agricolo V3-hE, cioè pianura coltivata ad ambito corona agricola, quindi non soggetta a nuovo impegno di suolo. La zona è sottoposta anche a vincolo cimiteriale urbano che, per motivi igienico sanitari, impedisce l’edificazione entro 200 metri dal cimitero. Come non bastasse, la zona è interessata da vincolo paesaggistico previsto dal D.Lgs.n.42/2004, quindi soggetta a forti restrizioni edilizie. La variante al Piano Strutturale avviata dal Comune potrebbe cambiare le modalità di tutela della zona. La delibera, infatti, prevede un nuovo impegno di suolo per la realizzazione delle strutture religiose, qualificate come opere di urbanizzazione secondaria. Le modifiche interessano anche il regolamento urbanistico e il vincolo relativo al cimitero monumentale di Arezzo che viene ridotto per l’occasione a 50 mt.

Esterno dell’abside e del campanile della Chiesa di Santa Croce di Arezzo

Il Comitato «Una ferita alle bellezze storico-architettoniche e paesaggistiche della zona» lo ha definito “Difendiamo il Territorio”, il comitato che si oppone alla costruzione di questo enorme complesso edilizio, all’uso di nuovo solo e alla riduzione del vincolo cimiteriale. I cittadini del comitato, tra cui alcuni parrocchiani, non mancano di puntualizzare come la mancanza di spazi adeguati per le attività della Parrocchia di S. Croce sia «vero solo in parte. La zona in questione è infatti dotata di numerose chiese e voluminosi complessi religiosi, monastici e parrocchiali, tutti con ampie disponibilità di spazi adatti ad accogliere i fedeli per le funzioni religiose e in gran parte deserte». Si ricordano il convento dei Padri Cappuccini di Santo Stefano (e attiguo convento, ormai quasi del tutto in disuso), il convento delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore ( in analogo stato) le chiese urbane di S. Lorenzo, di S. Agnese ormai quasi sempre chiuse. «Forse – spiega il Comitato – sono altre le zone cittadine meritevoli di nuovi e adeguati luoghi di culto, spiega il comitato che racconta la situazione in cui versa la popolosa zona Meridiana, dove i fedeli sono costretti a recarsi a messa in un container di lamiera, mancando lì una vera chiesa». «Tutto – conclude il Comitato – accade in sordina, senza che nessuno ne sappia niente, in barba alle tanto conclamate informazione, consultazione e democrazia».

Crescono le adesioni E così, dopo la riunione del comitato del 3 giugno negli spazi di Legambiente, alle questioni sollevate dal comitato hanno aderito anche Arci, Osservatorio Demos (cattolico democratico), radio Wave International e dei consiglieri comunali M5S e SEL.