E’ possibile, in questi giorni, avere una rubrica e non parlare del Campionato mondiale di calcio in Brasile? No, naturalmente.
E infatti ne parlo, anche perché si tratta di uno tre principali eventi mondiali per giro di affari, anche turistico, insieme ai Campionati mondiali di Rugby (Inghilterra 2015) e alle Olimpiadi estive (Rio de Janeiro 2016, di nuovo in Brasile). E non è assolutamente un caso che non ci sia sovrapposizione di data fra queste manifestazioni, in modo tale che ognuna possa essere la regina incontrastata dell’anno in cui si svolge.
Stando alle previsioni degli organizzatori, i turisti stranieri che si recheranno in Brasile per assistere alle partite come motivazione principale del viaggio saranno 600 mila, mentre oltre 3 milioni dovrebbero essere i brasiliani che si sposteranno nel loro Paese. Numeri importanti, ci mancherebbe, anche considerando che manifestazioni di questo genere hanno un’onda lunga nel tempo, poiché accendono la curiosità e la voglia di andare in Brasile, facendo magari scoprire città e mete nuove rispetto a quelle più conosciute, a persone che magari andranno fra qualche settimana o qualche mese, quando ci sarà meno confusione e i prezzi torneranno più bassi.
Ma il turismo sportivo vero e proprio non è questo.
No, è quello che vede ogni settimana semplici appassionati e tifosi (ed i loro accompagnatori) muoversi in Italia o in Europa per partecipare a gare molto meno importanti, ma che sommate tutte insieme permettono di fare ben altri numeri. Come sostiene da anni Andrea Maggini (leggi ) il turismo sportivo è ormai arrivato a pesare fra il 20 e il 30% sul totale dei flussi nei Paesi che – Francia in testa – hanno saputo organizzarlo e valorizzarlo.
Sarebbe un settore che anche in Italia ed in Toscana potrebbe avere margini di crescita fortissimi, se si riuscisse a fare una politica di sviluppo sulla base degli impianti sportivi di eccellenza che ci sono sul territorio e di reale sostegno alle manifestazioni capaci di attirare pubblico a livello nazionale ed internazionale.
Mai in questo caso, si deve dar ragione al grande Totò: è la somma che fa il totale!
Tante persone, distribuite su tanti fine settimana, in maniera abbastanza uniforme fra alta e bassa stagione, con una buona propensione alla spesa, e che sono sempre ben disposte ad approfondire la conoscenza di una destinazione e dei servizi che offre. Altro che i Mondiali….