«Non sono abituatissimo e un po’ mi ha colpito avere notizie così ‘ex abrupto’ il giorno di Natale, ma terremo il punto». Lo ha detto il Premier Paolo Gentiloni rispondendo a una domanda sui giudizi della Bce su Mps. «Sono valutazioni che ha fatto la Vigilanza. Siccome sarà un processo molto lungo, alcuni mesi, ci sarà dialogo e confronto. Non si risolve a colpi di comunicazione. Per questo abbiamo fatto le nostre valutazioni, espresse da Padoan, e collaboreremo con maggiore spirito costruttivo possibile» ha poi ribadito il Premier evidenziando poi come «Il fatto che si debbano mettere non quattro, ma 6,6 miliardi è oggetto di discussione con la vigilanza della Bce, ma non mette in discussione la tranquillità, la capienza e la rilevanza del nostro intervento».
La strada ragionevole A chi gli ha chiesto se sia stato un errore sostenere la soluzione di mercato, Gentiloni ha risposto di non credere «ai governi del ‘senno di poi’ che non può essere logica di Governo tantomeno di chi aveva responsabilità anche nel Governo precedente. Il Governo ha valutato come realistica, possibile e dunque realizzabile una operazione di mercato. L’operazione non è andata a buon fine e dopo circa mezz’ora, lavorando molto molto molto intensamente, è partito il decreto salva-risparmio. Abbiamo seguito una strada ragionevole, quando quella strada non ha ottenuto i risultati sperati siamo intervenuti con grandissima tempestività ed efficacia».
Risparmiatori in sicurezza «Abbiamo messo in sicurezza il risparmio con il decreto salva risparmio, la cui attuazione sarà lunga e complicata, non ce lo nascondiamo. Però una decisione è stata presa e sarà strategica». Ha detto il premier Gentiloni nella conferenza stampa di fine anno. Su Mps e le altre banche in difficoltà «quello che abbiamo fatto non si conclude con il decreto, sarà un percorso di mesi di dialettica con la vigilanza europea e mi auguro sarà una dialettica produttiva ed efficace altrimenti sarà discussione più difficile». Il Governo «farà quanto in nostro potere perché la salvaguardia dei risparmiatori sia al centro di tutto questo percorso» ha poi concluso il Premier.
Ministro sorpreso Il Premier è rimasto sorpreso della “scure” della Bce e stessa cosa trapela anche dalle parole del Ministro dell’economia Pier Carlo Padoan secondo cui sarebbe stato utile conoscere i «criteri» della vigilanza sull’aumento di capitale per Mps. «La mancanza di informazione si traduce in opacità e le cose opache inducono a interpretazioni quasi sempre sbagliate», dice in un forum al Sole 24 ore il ministro dell’Economia, che auspica anche sanzioni ai manager che hanno danneggiato i risparmiatori: in Italia «non è stato ancora fatto abbastanza».
Brunetta vs Padoan Ma proprio contro il lavoro svolto dal Ministro dell’economia si scaglia Renato Brunetta giunto a Siena. «Finora Padoan ha fatto tutto da solo e ha fatto tutto molto male, e anche quest’ultimo decreto di Natale è scritto con i piedi, è sbagliato, omissivo , iniquo, opaco, da riscrivere» ha risposto il capogruppo di Forza Italia alla Camera. Ai cronisti che gli chiedevano per quale motivo Forza Italia avesse allora votato quel decreto, Brunetta ha risposto: «Perché io voglio ‘incassare’ dal Governo», ricordando «le mille proposte respinte durante i mille giorni di Renzi». «E’ stata approvata una formula in cui i provvedimenti attuativi riguardo il decreto saranno presi con tutto il Parlamento», ha poi aggiunto il capogruppo di Forza Italia evidenziando che il suo partito presenterà degli emendamenti.
Brunetta vs Morelli «Morelli a casa ovviamente». Così Brunetta ha poi risposto a chi gli chiedeva quale dovesse essere il futuro dei vertici Mps alla luce del mancato raggiungimento del salvataggio con un aumento di capitale sul mercato. «Morelli è diventato amministratore delegato grazie ad una telefonata di Padoan si è detto», ha aggiunto Brunetta evidenziando come l’Ad di Mps «doveva garantire un’operazione di mercato che si è rivelata una bufala, un imbroglio o un’illusione».
Fuori i nomi Il capogruppo di Forza Italia chiede «i nomi di chi ha preso soldi da Mps e non li ha restituiti». «Adesso che la banca è pubblica ne abbiamo tutto il diritto», ha aggiunto Brunetta chiedendo di sapere i nomi dei detentori dei crediti deteriorati, «anche se sono i nomi del gotha dell’industria e dell’impresa italiana».