Era il lontano 29 giugno 1944, quando la cittadina di Civitella in Val di Chiana diveniva famosa per uno dei massacri più cruenti della seconda guerra mondiale. Ed oggi a 70 anni dalla strage si incontreranno per la prima volta in loco per commemorare l’evento i Ministri degli esteri dei due paesi coinvolti, Italia e Germania. La visita del Ministro Federica Mogherini insieme al Ministro Guido Westerwelle sarà un’occasione per non cedere all’oblio della memoria e, ancora più significativo, un suggello di Pace al tavolo di trattativa aperto tra i due paesi, dopo la storica sentenza del tribunale dell’Aja.
Il viaggio in un luogo tra i più cruenti della Seconda Guerra Mondiale Quello di Civitella sarà il viaggio più importante della Germania in un luogo di strage italiano, dopo quelli a Marzabotto e Sant’Anna di Stazzema: di nuovo il capo degli Esteri tedesco in un luogo di massacro della Penisola. Nei paesi vicini di Civitella in Valdichiana, Cornia e San Pancrazio furono trucidati 244 civili, in una rappresaglia per vendicare l’uccisione partigiana di 3 soldati tedeschi della Divisione “Hermann Göring”, agli ordini del tenente generale Wilhelm Schmalz. Al mattino del 29 giugno 1944, in occasione della festività dei Santi Pietro e Paolo, il centro di Civitella era pieno di persone. La Chiesa di Santa Maria Assunta era colma di fedeli, giunti anche dalle altre frazioni del comune. Dal comando tedesco partirono tre squadroni: uno destinato a Cornia, l’altro a San Pancrazio e un terzo, il più grande, nel centro di Civitella. I soldati irruppero nelle case, aprendo il fuoco su vecchi donne e bambini. Entrarono in Chiesa mentre si stava celebrando la Messa e divisero i fedeli in piccoli gruppi. Quindi, indossati grembiuli mimetici in gomma per non sporcarsi di sangue, li freddarono con dei colpi alla nuca. Il sacerdote Don Alcide Lazzeri, in quanto religioso, sarebbe stato risparmiato dai tedeschi ma scelse di condividere la sorte dei suoi parrocchiani. Compiuta la strage, i tedeschi incendiarono le case di Civitella, provocando così la morte anche di coloro che avevano tentato di salvarsi nelle cantine o nelle soffitte. Solo pochissimi abitanti riuscirono a salvarsi dal massacro. L’orrore di quel giorno fu percepito anche nelle campagne circostanti e nelle frazioni a valle, dove nonostante la distanza, furono udite le grida disperate e fu visto il fumo degli incendi. Morirono 244 civili inermi:115 a Civitella, 58 a Cornia e 71 a San Pancrazio.
Un evento per non dimenticare Ancora oggi il paese della Valdichiana aretina, insignito nel 1963 della Medaglia d’oro al Valor civile, porta le ferite della guerra. Il castello ed altri edifici storici di Civitella recano i segni dell’incendio del giugno del ’44 e dei bombardamenti, non per incuria ma per non dimenticare. L’incontro tra i due ministri, non ancora ufficializzato e reso possibile dall’operato del sindaco di Civitella in Val di Chiana Gina Menchetti, è in programma per domenica 29 giugno 2014.
di Anna Martini