Tutti i riflettori del dibattito politico italiano sono puntati su Livorno. Non si può negare infatti che la vittoria al ballottaggio del candidato sindaco Filippo Nogarin, che ha consegnato al Movimento 5 Stelle il governo di uno storico feudo “rosso” italiano (da circa 60 anni), abbia scombussolato il panorama nazionale con un nuovo elemento di sfida nella Toscana del centrosinistra. Luci della ribalta che investono anche chi, della sua “labronicità” (passateci il termine) ha fatto un marchio di fabbrica per la sua produzione filmica. Stiamo parlando del regista Paolo Virzì che, a caldo, non ha risparmiato critiche sul Movimento 5 Stelle e sul nuovo primo cittadino Filippo Nogarin: «Ho sentito le sue prime dichiarazioni – ha detto Virzì -. E’ stato imbarazzante. Imbarazzante che non sapesse rispondere alle domande che gli rivolgevano, che perdesse la pazienza, che si rifugiasse negli slogan. Straziante che combattesse con la lingua italiana. Per prendersi cura di una città malata non bastano gli slogan, le semplificazioni, bisogna farla funzionare. Non mi pare che Nogarin parli a tutta la città. Non sembra esserci da parte sua un progetto di governo della città».
L’attacco al M5S Le parole di Virzì sono state postate sul Blog di Beppe Grillo che ha inaugurato la rubrica “Regista del giorno” che per una volta prende il posto di quella del “Giornalista del giorno”. E lì, come consuetudine, sono piovuti i commenti a cascata degli attivisti e dei simpatizzanti del M5S che hanno stigmatizzato le parole del regista livornese. Ma Paolo Virzì non si è fermato a Nogarin ed ha puntato il dito anche sul leader del Movimento 5 Stelle: «Il problema del M5S è Beppe Grillo – ha detto da Roma dove si trova per la finale del David di Donatello con il suo film “Il capitale Umano” -. Grillo mi fa una rabbia enorme, perché è una persona che non ha confidenza con la democrazia. Il suo – conclude – è un nazismo light».
Critiche al Pd Ma Virzì, da sempre impegnato politicamente a sinistra, confessa di non essere affatto sorpreso dalla sconfitta del Pd nell’elezioni comunali e non risparmia critiche nemmeno al Pd. «Molti miei amici, che non sono grillini, hanno votato il candidato del M5S perché non erano soddisfatti della politica di Livorno – ha detto ancora il regista -. Chi ha governato la città negli ultimi anni pensava di vivere di rendita. In questo momento Livorno è morta, io non ho speranze. In 70 anni a Livorno la sinistra ha avuto dei rappresentanti eccezionali, che hanno creato una situazione virtuosa: una città operaia , inclusiva, tollerante. Ma ora le cose sono cambiate e loro sono rimasti indietro».