Sfuma il primo match point per la Mens Sana che adesso deve tornare al PalaEstra per agguantare quella vittoria che significherebbe ottava finale consecutiva.
Il Baron rampante Il grande assente delle prime tre sfide si presenta in grande spolvero: Jimmy Baron infatti aveva segnato complessivamente sedici punti nelle prime tre partite, ma ne mette a referto ventiquattro nella sola gara 4. In una partita in cui le formazioni fanno una maledetta fatica a segnare sono i suoi canestri a segnare la differenza (l’americano segna anche la tripla decisiva nell’ultimo minuto). Roma prova ad aumentare l’intensità per bloccare quell’attacco mensanino che era stata costretta a rincorrere finora e lo fa molto bene. La Mens Sana si atrofizza in sterili palleggi o in una circolazione di palla prettamente perimetrale e alla fine riesce a chiudere con un 30% dalla lunga distanza solo grazie alla vena realizzativa di Carter (6/13 dall’arco da solo) e Janning. Dall’altra parte Mbakwe è la solita presenza a rimbalzo ma a questo giro non incide in attacco, prima di uscire nei minuti falli zoppicante per un problema alla caviglia che verrà valutato nelle prossime ore.
Il lascito del PalaLottomatica La Mens Sana torna ora a Siena consapevole del fatto che le velleità capitoline vadano stroncate sul nascere per non farle diventare pericolose. Nonostante tutte le difficoltà mostrate nella sfida sul campo romano i biancoverdi hanno comunque avuto la possibilità di girare la sfida dalla loro parte, possibilità sfuggita sia per problemi su cui riflettere (i cinque minuti senza segnare dell’ultimo quarto) o errori banali (la schiacciata in solitaria sbagliata da Ortner). Sembra poi che Dalmonte si sia accorto che rifornire continuamente in post basso il suo pivot sia una strategia vincente solo sul breve termine, visto che tendeva a mettere fuori ritmo i suoi esterni. La Virtus è anche riuscita a limitare Haynes, rimasto a zero punti e che ha provato a supplire alla brutta giornata servendo i compagni (sei assist). In generale non è stata una bella Mens Sana quella di gara 5, molto contratta e lenta, il fatto che comunque la vittoria sia sfiorata solo all’ultimo è un fattore positivo: nonostante tutte le difficoltà in attacco la difesa ha resistito più che bene.
Verso gara 5 Le premesse per strappare l’accesso alla finale sul campo del PalaEstra ci sono tutte, spetta ora alla truppa di Crespi concretizzarlo lavorando su quello che non ha funzionato in gara 4. Davanti ci sarà una formazione con le spalle al muro e quindi ancora più pericolosa, non sarà facile ma l’impresa è a un passo.