Fiori, 1951
Paesaggio, 1940
Paesaggio, 1940

‘Morandi Longhi. Opere Lettere Scritti’: è un raffinatissimo omaggio a Giorgio Morandi a 50 anni dalla scomparsa la mostra visibile a Firenze, fino al 22 giugno. La sede è quella di Villa iI Tasso cioè la casa, oggi Fondazione, di Roberto Longhi, il grande storico e critico d’arte che per primo intuì la genialità del maestro bolognese e sempre lo sostenne (orario: tutti i giorni 10-13 e 14-18. Info: 055.6580794).

Un’amicizia lunga una vita Nati entrambi nel 1890, Morandi e il piemontese Longhi furono legati da interessi giovanili e da una consuetudine di incontri – le loro ‘tornate critiche’ – a Bologna, dove Longhi insegnò dal 1934 al ’39. Qui, in una prolusione universitaria passata alla storia, il critico definì l’artista «uno dei migliori pittori viventi d’Italia». Trasferitosi a Firenze, Longhi mantenne vivo il contatto con Morandi e nel dopoguerra volle che il maestro tornasse subito al lavoro organizzando per lui una personale alla galleria fiorentina Il Fiore, inaugurata già il 21 aprile del ’45. Ancora a Longhi, nel giugno del 1964, toccò il triste ma importante compito di commemorare la scomparsa di Morandi nella trasmissione televisiva ‘L’Approdo’. Il filmato, accompagnato da un testo che rimane fondamentale per comprendere l’artista, è oggi visibile nella mostra del Tasso.

Natura morta, 1948
Natura morta, 1948

In mostra la “Natura morta” che vinse il Grand Prix del Brasile Una lunga storia di amicizia e di stima, proseguita per tutta la vita e fatta di lettere, incontri, discussioni e tante opere d’arte: le stesse in mostra oggi. La maggior parte – le tipiche Nature morte e i Paesaggi – acquistate dal critico e altre, come i celebri ‘Fiori’, donate dallo stesso maestro a Longhi e alla moglie, la scrittrice Anna Banti. Per questa occasione è tornato ‘a casa’ il ‘Cortile di via Fondazza’, un quadro del 1935 appartenuto per lungo tempo a Longhi e poi donato al suo medico curante. Anch’esso fa parte oggi della raccolta Merlini, che ha organizzato la mostra insieme alla Fondazione Longhi diretta da Cristina Bandera. La tela è accompagnata da altre opere della medesima collezione fra cui la celebre ‘Natura morta’ del 1948, già appartenuta a Emilio Jesi, che Morandi selezionò per la propria sala alla IV Biennale del Brasile del 1957 e per la quale ottenne il Gran Prix per la pittura. Accanto ai dipinti, ecco tre incisioni donate da Morandi a Longhi, restaurate per l’occasione da Mariella Gnani, curatrice della collezione Merlini, ed esposte per la prima volta. E poi alcune lettere autografe di Morandi indirizzate allo storico dell’arte e alcuni appunti manoscritti di Longhi dedicati al pittore. Tutte ‘chicche’ che contribuiscono a fare di questa mostra un vero ‘unicum’.