Passa a maggioranza in Consiglio regionale della Toscana una mozione per «contrastare la vendita e la diffusione di oggettistica raffigurante immagini, simboli o slogan rievocativi dell’ideologia fascista». La mozione, presentata dai consiglieri del gruppo Pd, invita la Giunta toscana ad attivarsi per fare in modo che «il reato di apologia del fascismo venga prontamente inserito all’interno del codice penale, consentendo l’effettiva repressione di reati legati alla riproduzione e alla diffusione di gesti, linguaggi e simboli delfascismo e del nazifascismo». In consiglio regionale, hanno votato a favore i gruppi Pd e Sì-Toscana a sinistra, contraria la Lega nord (con l’eccezione di Elisa Montemagni, che si e’ astenuta) e Fratelli d’Italia. Il gruppo del Movimento 5 stelle non ha partecipato al voto.
La Toscana dice no al fascismo Il documento chiede alla Giunta anche un impegno affinché «il reato di apologia del fascismo venga integrato con la fattispecie relativa alla vendita di oggetti riproducenti immagini e slogan riconducibili a tali regimi»; e di adoperarsi per far sì che in Parlamento si arrivi con celerità all’approvazione della proposta di legge per l’introduzione nel codice penale del reato di propaganda del regime fascista e nazifascista. La mozione, ha spiegato Alessandra Nardini (Pd), «nasce da una mozione dell’Anpi di Pisae di Livorno» e segue «una recente risoluzione dell’Emilia Romagna», per introdurre «una nuova fattispecie di reato e perseguire alcune condotte non previste dalla normativa vigente».