«La riunione dell’Ato rifiuti Toscana Sud si è purtroppo conclusa senza un voto finale sull’ordine del giorno presentato dal sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, nella sua qualità di presidente dell’assemblea, perché è venuto meno il numero legale a seguito della protesta contro un metodo che ha messo molti sindaci in imbarazzo sia perché non è utile a nessuno incrinare la necessaria unità di intenti che deve caratterizzare organismi istituzionali con funzioni di controllo ed di indirizzo su importanti servizi per i cittadini e sia perché la documentazione che Ghinelli ha ricevuto dall’Anac non è stata messa tempestivamente a disposizione degli altri membri dell’assemblea». Così in una nota congiunta i sindaci Bruno Valentini di Siena, Maurizio Viligiardi di San Giovanni Valdarno, Francesco Limatola di Roccastrada e Massimo Giuliani di Piombino.
«Nessun beneficio per utenti da commissariamento Sei Toscana» «La vicenda – proseguono – è quella della nota indagine aperta dalla procura di Firenze contro i vertici ed i consulenti dell’Ato e delle società coinvolte nella gara per l’assegnazione del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, che ha già portato alle dimissioni di massa delle persone coinvolte. Un’ inchiesta che deve sicuramente andare avanti per accertare eventuali responsabilità sullo svolgimento della gara, ma che non deve mettere a rischio lo svolgimento del servizio nei nostri comuni e tanto meno i lavoratori che lo svolgono. Per questo rifiutiamo ogni strumentalizzazione politica, puntando invece a garantire la coesione dei sindaci dei 106 comuni per monitorare il servizio e puntare all’efficientamento del sistema ed alla riduzione delle tariffe. Dividere i sindaci serve solo a rendere più difficile il nostro compito e magari a spingere la Regione a rilanciare l’ipotesi di un Ato unico regionale che invece vogliamo evitare mettendo in campo l’ autonoma capacità di amministrare il nostro territorio. L’Anac ha chiesto al prefetto di Siena di valutare se gli organismi e le società coinvolte hanno regolarizzato la situazione, sostituendo gli indagati. I sindaci non resteranno a guardare e pretendono di ripartire in totale trasparenza, rispettando il lavoro degli inquirenti, nella consapevolezza che il commissariamento di Sei Toscana non produrrebbe benefici per gli utenti, addirittura ampliando la distanza con i Comuni committenti del servizio».