Siena aereo internet impressDal 1991 ad oggi ho collaborato ad eventi turistici e progetti di promozione territoriale in quasi tutte le regioni italiani. Ed ovunque – città o paesi, al nord o al sud, in realtà avanzate o arretrate – tutti guardavano (e guardano) a Siena come ad un modello positivo di gestione e promozione turistica.

Io ho sempre risposto con una battuta: «Guardate che a Siena hanno cominciato a fare marketing territoriale nel 1338, affidando ad Ambrogio Lorenzetti la realizzazione dell’affresco del Buongoverno. Ed un’immagine potente come quella non l’ha più fatta nessuno. Non potete pensare di fare in pochi anni quello che a Siena è stato fatto in oltre 600 anni di lavoro sull’immagine della città».

Questo per dire che non sono stato affatto sorpreso dalla lettera di Arianna Biancalani apparsa il 4 maggio su Il Sole 24 Ore (04.sole24ore)in cui questa studentessa di 17 anni si lamentava della bassa qualità dell’accoglienza ricevuta al Museo di Palazzo Pubblico di Siena.

Perché chi viene a Siena si aspetta sempre un po’ di più e rimane quindi deluso se trova un po’ di meno oppure le “solite” carenze che – purtroppo – si riscontrano in tanti musei e monumenti italiani, dove l’organizzazione delle visite ed i servizi di accoglienza sono spesso di qualità modesta e stridono ancora di più a confronto con la qualità delle opere esposte. E bene ha fatto il sindaco Bruno Valentini ad invitare Arianna a tornare a Siena per parlare insieme con lei di come poter venire incontro alla sensibilità dei giovani appassionati di arte per organizzare la visita a Palazzo Pubblico e – perché no – anche agli altri “tesori” che la città conserva e anche sui quali, oltre a politiche di innovazione, sta costruendo con grande passione la candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019.

Arianna Battilani può averci messo quella dose di intransigenza che è tipica della sua età, ma non è l’impressione che abbiamo ognuno di noi quando – da turisti – facciamo il confronto fra i principali musei esteri e quelli italiani, dove un’accoglienza eccellente è purtroppo un’eccezione e non la regola? E non continuiamo a stupirci, oggi come tanti anni fa, di come altrove sappiano valorizzare e rendere interessanti, leggibili e appassionanti, luoghi o monumenti di interesse storico e valore artistico assai inferiore a quelli che abbiamo noi?

Ma in Italia ci manca quella voglia, quel desiderio, quel piacere di far visitare e conoscere al meglio il nostro patrimonio.