polizia_1.jpgGli investigatori della polizia sono andati stamani nell’ospedale di Careggi e sentito alcuni dirigenti per informarsi sul tipo di nastro adesivo usato dall’assassino per legare la prostituta trovata crocifissa in una strada della periferia di Firenze ieri. Al momento il nastro è uno dei primi indizi disponibili su cui la polizia può lavorare, anche perché stato usato più volte per legare non solo questa prostituta, uccisa, ma anche altre donne nei casi analoghi finiti sotto indagine.

Nastro adesivo in uso dal 2006  e fino a due mesi fa Come si apprende da fonti sanitarie, il nastro è lo stesso di quello usato nei reparti tecnici e sanitari di Careggi dal 2006, anno di quando entrò in produzione e ne venne assegnata la fornitura da una ditta toscana, fino a due mesi fa, quando, per ragioni di contenimento della spesa, è stato rimpiazzato da comune nastro da pacchi di colore marrone. Invece, il nastro con cui l’ assassino ha immobilizzato la donna, è di colore bianco e reca la scritta in verde dell’azienda ospedaliera universitaria di Careggi, il più importante ospedale della Toscana e il terzo in Italia per dimensioni, con circa 6.000 addetti, più di 15.000 accessi di utenti-pazienti ogni giorno oltre ai loro familiari e accompagnatori. A questi vanno aggiunti gli addetti delle ditte esterne che hanno contratti di fornitura con Careggi. Il nastro non è considerato materiale di grande valore, si apprende ancora dall’Azienda ospedaliera universitaria, ma – considerata la sua finalità pratica e molto diffusa – è stato distribuito molto nei reparti, sia in occasione dei traslochi, sia nelle necessità quotidiane. Veniva usato anche dalle ditte esterne che hanno rapporti di fornitura con Careggi.

Due indagati per episodi analoghi nella zona Due uomini, intanto, risultano indagati nelle inchieste sugli episodi avvenuti in passato nello stesso luogo dove ieri è stata fatta la macabra scoperta. In quelle occasioni, le donne non vennero uccise. Al momento non sono stati trovati legami fra i due indagati e quanto avvenuto ieri. Uno degli indagati è sospettato di essere coinvolto nell’episodio avvenuto nel marzo 2013, quando una prostituta, seviziata e legata, venne salvata dai carabinieri, allertati dagli abitanti della zona. L’uomo è  stato perquisito la notte scorsa, ma gli investigatori non hanno trovato elementi che lo colleghino alla vicenda di ieri. L’altro venne indagato per una prostituta seviziata e legata con una corda, nel 2006. L’uomo è stato prosciolto nel 2009 dal Gip.

Il sindaco di Scandicci: «Dolore e preoccupazione, ma il mostro non è nostro» E’ «ingiusto» collegare ancora una volta il nome di Scandicci a fatti criminali come quelli attribuiti al mostro di Firenze la cui ‘appartenenza’ territoriale fu inizialmente attribuita proprio a Scandicci per due degli omicidi delle coppiette sulle colline di Firenze. “Mostro di Scandicci” fu infatti allora una espressione molto usata e che, sui media, dice il sindaco della popolosa cittadina alle porte di Firenze. Simone Gheri, è stata riproposta dopo l’omicidio della giovane donna trovata come crocifissa ad una sbarra. Un omicidio per il quale il sindaco esprime «profondo dolore» e «preoccupazione», dichiarandosi «fiducioso nel lavoro degli inquirenti e delle forze dell’ordine». Ma, aggiunge Gheri, «sia quest’ultimo fatto che gli episodi precedenti sono accaduti al di fuori del territorio comunale di Scandicci, a differenza di quanto riportato da alcuni organi d’informazione e da notiziari nazionali. Il nome della città di Scandicci è stato associato in passato ai duplici omicidi avvenuti nella provincia di Firenze dal 1968 al 1985, richiamati in queste ore dalla stampa. Un accostamento ingiusto – dice Gheri – in quanto solo due degli otto episodi sono avvenuti sulle nostre colline, inoltre dagli atti processuali nessun soggetto coinvolto nell’inchiesta è risultato avere legami con la nostra città».